Pertosse nei bambini: tutto quello che c’è da sapere

La pertosse nei bambini, ovvero la tosse convulsa e incontrollabile, è una malattia che era stata quasi completamente debellata grazie al vaccino acellulare messo a punto negli anni novanta. Tuttavia, in seguito al calo significativo di coperture vaccinali registrato negli ultimi tempi, la pertosse è ricomparsa, determinando numerosi ricoveri ospedalieri.

La pertosse, nota anche come tosse canina, è una patologia altamente contagiosa che colpisce il sistema respiratorio ed è causata dal batterio Bordetella pertussis. Quest’ultimo, lo ricordiamo, ha una incubazione compresa tra i 7 e i 10 giorni.

La pertosse si trasmette per via aerea, tramite le goccioline di saliva che si emettono quando si tossisce o quando si starnutisce. La pertosse può essere molto pericolosa nei bambini di età inferiore a un anno.

Pertosse nei bambini: i principali sintomi

La pertosse è una malattia causata dal batterio Bordetella pertussis, che provoca un‘infiammazione delle vie respiratorie, con manifestazioni che possono variare da lievi a molto gravi, soprattutto nei neonati.

La malattia si sviluppa attraverso diverse fasi. Inizialmente, si presenta con sintomi simili a un banale malanno di stagione: raucedine, raffreddore, tosse lieve, secrezioni nasali abbondanti e, talvolta, una leggera febbre. Questa fase, detta catarrale, dura da 1 a 2 settimane.

Successivamente, la tosse diventa sempre più intensa e violenta, progredendo nella fase convulsiva o parossistica che può durare oltre due mesi, in cui la malattia si manifesta in tutta la sua severità: attacchi di tosse violenta ed episodi da laringospasmo (ovvero di chiusura della laringe).

In questa fase, gli attacchi di tosse, spesso notturni, possono essere così severi da ostacolare la respirazione e la deglutizione, con episodi che terminano con un caratteristico “urlo inspiratorio” dovuto all’ostruzione catarrale delle vie aeree. Nei casi più gravi, possono verificarsi apnea, cianosi (colorito bluastro del volto), vomito e persino emorragie congiuntivali, nasali o sub-durali.

La fase finale, detta di convalescenza, è caratterizzata da un graduale miglioramento dei sintomi, con una diminuzione degli attacchi di tosse e un progressivo recupero delle condizioni generali del bambino.

Possibili complicazioni

La pertosse è particolarmente pericolosa nei bambini di età inferiore a un anno, poiché può causare complicazioni particolarmente gravi (apnee, otiti, polmoniti, bronchiti ed emorragie sub-durali, che possono portare a danni neurologici come crisi convulsive ed encefaliti) con esiti invalidanti e permanenti.

In media, il 20% dei casi di pertosse richiede il ricovero ospedaliero. Tra le complicazioni più comuni ci sono le emorragie nasali provocate dai violenti colpi di tosse, l’otite media, le polmoniti e le broncopolmoniti, che si verificano in circa un caso su 20. Le encefalopatie, sebbene più rare, si verificano in uno-due casi ogni 1000.

La mortalità associata alla pertosse è di uno-due casi su 1000, prevalentemente tra i bambini sotto l’anno di età, con le cause principali di morte che includono polmonite ed encefalite. Queste complicazioni evidenziano l’importanza di prevenire la pertosse attraverso la vaccinazione e di monitorare attentamente i bambini piccoli che contraggono la malattia.

Pertosse nei bambini: come si cura

Il trattamento d’elezione della pertosse è la terapia a base di farmaci antibiotici, che, di solito,  vengono somministrati sotto forma di sciroppo. Qualora il bambino presenti gravi difficoltà respiratorie, è opportuno ricoverarlo presso un ospedale pediatrico, in modo tale che possa essere monitorato e curato nel migliore dei modi.

È bene sottolineare, infine, che l’arma più efficace contro la pertosse resta la prevenzione, ovvero sottoporre il piccolo e la mamma in gravidanza al vaccino apposito, così come previsto dal Servizio Sanitario Nazionale.  

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