25 giugno 2025 –
Educare un figlio maschio oggi significa affrontare con consapevolezza una serie di sfide educative.
Se da un lato si rischia di imprigionare le bambine in stereotipi di genere, anche i maschi possono subire limitazioni emotive e culturali, spesso inconsapevoli.
L’obiettivo principale di noi genitori dovrebbe essere quello di accompagnarli nello sviluppo di una personalità autentica, equilibrata e sensibile.
I 5 errori educativi che facciamo spesso con i figli maschi
Il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, autore del libro “Baciare, dire, fare. Cose che ai maschi nessuno dice” (Feltrinelli), ha identificato cinque errori educativi comuni che molti genitori commettono nella crescita dei figli maschi.
La nuova edizione contiene anche un’introduzione a cura di Gino Cecchettin, il papà di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio.
Nel corso della vita, ogni generazione si trova ad affrontare le sfide della crescita, della scoperta di sé e della costruzione di relazioni autentiche e significative. In queste pagine Alberto Pellai offre una straordinaria guida che accompagna giovani e adulti nel complesso viaggio dell’adolescenza, esplorando temi cruciali come l’amore, la sessualità e le dinamiche familiari. I dialoghi “in presa diretta” tra padre e figlio che aprono ogni capitolo mi hanno commosso a tal punto che mi sono chiesto come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto un rapporto così franco e vivace con mio padre.
E ora scopriamo insieme cosa fare per promuovere un’educazione più sana e completa con i nostri figli.
1. Esaltare solo la forza fisica e il carattere dominante
Uno degli errori più diffusi è quello di valorizzare esclusivamente la forza fisica o la determinazione, trascurando altre qualità fondamentali. I bambini devono imparare fin da piccoli che la sensibilità, l’empatia e la vulnerabilità non sono segni di debolezza, ma aspetti essenziali della natura umana. Promuovere un’immagine maschile equilibrata aiuterà il bambino a diventare un uomo più consapevole e rispettoso di sé e degli altri.
2. Negare o reprimere le emozioni negative
È importante che i maschi imparino a riconoscere e gestire tutte le emozioni, non solo quelle “accettabili” come la gioia o l’entusiasmo.
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Emozioni come la paura, la rabbia o la tristezza fanno parte della vita e devono essere vissute, comprese e normalizzate. Permettere al bambino di esprimere ciò che prova è un passo fondamentale per il suo benessere emotivo.
3. Limitare il dialogo a temi “da maschio”
Ridurre le conversazioni a sport, motori o videogiochi significa limitare le possibilità di sviluppo culturale ed emotivo del bambino. I figli maschi devono sentirsi liberi di parlare di arte, emozioni, relazioni, lettura o cucina, senza sentirsi giudicati. Scegliere argomenti neutri e trasversali favorisce l’apertura mentale e rafforza il legame genitore-figlio.
4. Evitare il dialogo sulla pubertà e la sessualità
Molti genitori non preparano adeguatamente i figli maschi ai cambiamenti della pubertà, lasciandoli disorientati di fronte ai primi segnali fisici.
Affrontare temi come la sessualità, le polluzioni notturne (ovvero l’eiaculazione involontaria durante il sonno) e il rispetto del corpo è fondamentale per una crescita sana e priva di tabù. Parlare con naturalezza aiuta i ragazzi a vivere questa fase con maggiore serenità e sicurezza.
5. Lasciarli soli con la tecnologia
La tecnologia è una risorsa, ma può diventare un pericolo se non viene mediata dalla presenza adulta. I maschi, spesso più esposti al rischio di dipendenza da contenuti inappropriati come la pornografia, necessitano di limiti chiari e alternative sane.
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Attività creative, relazioni reali e sport possono rappresentare valide opzioni per un rapporto più equilibrato con il mondo digitale.
Crescere maschi consapevoli oggi per uomini migliori domani
Crescere un figlio maschio non significa semplicemente accompagnarlo verso l’età adulta, ma aiutarlo a diventare un uomo libero dagli stereotipi, capace di ascoltare, emozionarsi e rispettare sé stesso e gli altri.
È un compito che dobbiamo prefiggerci tutti in quanto genitori di quelle che saranno le future generazioni.