Contagio nella sala del pediatra: come evitarlo

Le sale dei pediatri, soprattutto durante la stagione invernale, sono sempre piene di bambini con tosse, mal di gola, problemi alle vie respiratorie e simili. Come è possibile tutelare i neonati dal contagio che sembra inevitabile? Ecco a voi qualche suggerimento utile da mettere in pratica.

Consigli per evitare il contagio dei neonati

L’Accademia Statunitense della Pediatria ha da poco reso pubbliche le linee guida da seguire per evitare il contagio all’interno delle sale di attesa di pediatri e medici. Per prima cosa è fondamentale coprirsi bocca e naso con l’incavo del gomito quando si starnutisce e non con le mani. Tutto lo staff all’interno dello studio dovrebbe lavarsi molto frequentemente le mani per evitare di spostare i germi da una parte all’altra dell’ambiente toccando ogni cosa.

In bella mostra dovrebbe essere appeso un cartellone che ricorda a tutti le norme igieniche da seguire per ridurre al massimo il pericolo di contagio. Nella sala di attesa dovrebbero essere presenti distributori gratuiti di mascherine e disinfettante in gel.

Se il neonato starnutisce spesso è consigliabile mettergli la mascherina per proteggere gli altri bambini presenti. È necessario prestare particolare attenzione anche ai giochi e ai libri che abitualmente si trovano nelle sale di attesa degli ambulatori pediatrici. Le linee guida sconsigliano di proporre ai piccoli in attesa peluches e altri oggetti difficili da mantenere sempre perfettamente igienizzati e che accumulano facilmente germi. Portarsi da casa i giochi è sempre meglio che lasciare adoperare ai bambini quelli presenti nello studio.

Per evitare il contagio, meglio le visite a domicilio

Le visite a domicilio effettuate dai pediatri sono sempre più rare e non sono pochi i professionisti che non le effettuano più. La visita a domicilio infatti viene effettuata a totale discrezione del medico a seconda dell’organizzazione del suo lavoro. Il pediatra dovrebbe poi avere nello studio una doppia entrata e far accedere in orari diversi e programmati i bambini affetti da malattie particolarmente contagiose.

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