Festa della donna: come parlarne ai bambini

La festa della donna non è soltanto una data da celebrare, ma anche un’occasione unica in cui tutti, compresi i bambini, possono riflettere sul suo significato profondo.

L’8 marzo rappresenta un’opportunità attraverso la quale è possibile far comprendere anche ai più piccoli cosa sia la disparità di genere, prima che essa si manifesti, con tutta la sua forza, nell’età adolescenziale ed adulta, cogliendoli sovente del tutto impreparati.

Quando è nata la festa della donna e perché viene celebrata l’8 marzo

La Giornata Internazionale della Donna nasce nel 1909, quando il Partito Socialista americano decise di dedicare un giorno all’importanza della donna all’interno della società, in occasione dello sciopero delle camiciaie di New York il 23 febbraio.

Questa proposta venne accolta con grande entusiasmo a livello internazionale, ed ogni paese cominciò a scegliere una data per celebrare la donna.

É soltanto nel 1921 però che venne scelto l’8 marzo in ogni paese, molto probabilmente per ricordare la protesta delle operaie russe contro lo zar del 1917, che cadde proprio in quel giorno.

Come spiegare la festa della donna ai bambini

É opportuno comprendere che un bambino, anche se molto piccolo (magari di 5 o 6 anni), pur non avendo ancora la capacità di elaborare le informazioni come un adulto, è perfettamente in grado di capire i concetti, anche quando sono abbastanza complessi, come appunto la disparità di genere.

L’importante è saperli spiegare attraverso parole ed immagini che siano adeguate alla loro età.

Quindi il primo approccio consiste nella capacità di instaurare una comunicazione corretta, che venga incontro alle modalità di apprendimento dei più piccoli.

Un bambino è in grado di afferrare l’importanza della giornata internazionale della donna se gli viene raccontato, come se fosse una storia, tutto quello che alle donne non era permesso fare nei tempi passati.

Si può fare riferimento al fatto che alle donne fosse vietato portare i pantaloni, o al fatto che non potevano votare e neanche essere istruite, spiegando loro che ad oggi tutto questo è possibile perché molte donne coraggiose hanno protestato.

É importante porre ai bambini delle domande apparentemente semplici, ad esempio chiedere loro quale sia la differenza fra maschi e femmine, quali siano i punti di forza e di debolezza di ciascun sesso.

In questo modo viene stimolata la riflessione e la costruzione del pensiero critico, che serve per assimilare al meglio i concetti esposti.

Si può anche indurre il bambino a pensare ad un lavoro tipicamente maschile, come il pilota, e successivamente chiedere perché non immagina una donna alla guida di un aereo.

L’associazione con la mimosa è altrettanto importante.

I bambini amano questo genere di collegamenti e sono attratti dall’idea di sorprendere la mamma con un fiore.

Si può quindi indugiare sulla storia della mimosa come fiore selezionato per la festa della donna dalle donne romane nel dopoguerra.

Un fiore scelto perché grazioso, economico ed adeguato per tutte le sue caratteristiche, soprattutto considerando che la sua fioritura coincide col periodo in questione.

Ci sono inoltre alcuni libri per bambini sulla festa della donna che possono essere d’aiuto, come “Storie della buonanotte per bambine ribelli“, il classico “Piccole donne“, o “Come se tu non fossi femmina. Appunti per crescere una figlia“.


Anche parlare di donne importanti, che grazie al loro coraggio e la loro intelligenza hanno cambiato il mondo, può essere un buon modo per introdurre il tema (ad esempio Rosa Parks o Madame Curie).

Quali vantaggi può avere spiegare ad un bambino il valore della festa della donna?

Per molti genitori, parlare del significato profondo dell’8 marzo significa rassegnarsi all’idea che i figli debbano fare i conti con la disparità di genere e con l’impossibilità di veder realizzata una reale parità fra i sessi.

In realtà, spiegare al bambino quali siano i problemi del mondo attuale, è l’unico modo per gettare le basi del cambiamento futuro.

Troppo spesso gli adolescenti si trovano impreparati di fronte alle sfide che dovranno affrontare poi nell’età adulta, e cominciano ad avere consapevolezza di questi problemi (come la mancanza di parità fra uomo e donna) troppo tardi.

Educare il bambino ha quindi il vantaggio di prepararlo in anticipo, e fornirgli gli strumenti idonei per metabolizzare la complessità della società e concretizzare delle trasformazioni culturali in positivo.

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