Quando arriva un figlio: cose che succedono alla famiglia

La famiglia è un preciso meccanismo svizzero. Una catena di montaggio tarata per lavorare il meglio possibile. Comunicazioni chiare, che arrivano al punto. Movimenti standard, ormai consolidati, spinti dall’amore e dalla routine.

Quando la coppia diventa famiglia, nel senso di un figlio, la coppia diventa un’officina. Di idee, progetti, riti e gesti di sopravvivenza. Alle volte si perde il senso delle giornate, dei risvegli amorosi di prima mattina, degli abbracci lenti e delle riflessioni romantiche.

Tutto, all’inizio, è confuso, perché il suo arrivo ti travolge, ti confonde, ti spezza. C’era l’immaginario, che avevi caricato di maggiore semplicità, e c’è il reale. Qualcosa di più complesso, difficile, faticoso ma è normale, è l’inizio. C’è anche altro: quell’amore che non credevi di poter provare, che non avresti mai immaginato di avere il coraggio e la forza di tenere tutto dentro.

Gestire tutto questo, questa scarica di novità, di passione, di tenerezza è più facile quando la famiglia muta. Quando il papà e la mamma collaborano e diventano una squadra. Il momento più bello.

Chiamare il pediatra, fissare l’appuntamento per vedere il nido, prenotare la casa per le vacanze, e le bollette, e passami il sale, bisognava andare in lavanderia. Dove comprare le scarpette nuove, correre a prenderla che è tardi, verificare se i nonni sono disponibili. Il latte era poco, te l’avevo detto, non dovevi andare a prenderla tu? Ma guardala com’è bella quando dorme, peccato stia crescendo così in fretta. Domani la iscrivo a danza, provo a chiedere il part-time, così me la godo di più.

Nella nuova famiglia cambiano le frasi più comuni, i codici, il linguaggio. Si diventa una squadra tesa a dare il meglio per lei, per lui, e anche per voi. Si, la coppia viene dopo, cammina più lenta sul proprio sentiero. Alle volte è distratta, parrebbe annoiata, indifferente. Ma sono momenti. Alle volte è in attesa. In attesa che la figlia cresca, che diventi più autonoma, più indipendente. È in stand-by. Ma è solo apparenza. Perché, se tutto funziona, al netto degli errori, delle imperfezioni, vuol dire che la coppia c’è, ed è solida. E va alla grande!

Fare un figlio, uno alle volte non ci pensa mai abbastanza, è anche questo. È essere pronti allo stravolgimento di sé e dell’altro. A rinunciare ad un po’ di sé e ad un po’ dell’altro. A fare un passo indietro, almeno all’inizio, per dare spazio a chi è appena arrivato.  È accettare la rivoluzione delle giornate, del linguaggio e delle attenzioni. Accettarlo con un sorriso e con comprensione. È essere intenzionati a dare il meglio come coppia, come famiglia. A non sentirsi trascurati, ma travolti. È fidarsi della nuova velocità e del guidatore. Non c’è un altro modo. Non ci sono scorciatoie. Prima o poi, ci arrivi, a ritrovarti. Nel frattempo, c’è il viaggio, che va goduto ed apprezzato il più possibile.

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