7 maggio 2025 –
La presenza di residui di oli minerali negli alimenti per l’infanzia non è purtroppo una novità. Già in passato diversi laboratori avevano individuato tracce di questi contaminanti nelle formule per neonati.
A fine aprile 2025 la rivista tedesca Öko‑Test è tornata sul tema, analizzando 17 confezioni di latte artificiale “Pre”.
Il verdetto? Undici prodotti ottengono la valutazione massima grazie a un contenuto di MOSH nullo o trascurabile, mentre sei mostrano livelli ritenuti ancora non accettabili. Nessun campione, invece, contiene MOAH.
MOSH e MOAH: che cosa sono e perché preoccupano
- MOSH (Mineral Oil Saturated Hydrocarbons): idrocarburi saturi derivati da oli minerali, capaci di accumularsi nel fegato e nei linfonodi. Gli effetti a lungo termine sull’uomo non sono ancora del tutto chiariti, ma l’accumulo rende necessario ridurli al minimo.
- MOAH (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons): frazione aromatica, considerata potenzialmente cancerogena; fortunatamente non rilevata nel test 2025.
Questi composti possono migrare nei cibi da lubrificanti industriali, o materiali d’imballaggio non perfettamente isolanti. L‘Autorità Europea per la sicurezza alimentare da anni sorveglia queste sostanze e la loro presenza soprattutto nei cibi destinati ai bambini. Per saperne di più, potete consultare questa pagina sul sito EFSA.
Come finiscono gli oli minerali nel latte artificiale?
Gli oli minerali arrivano nel latte in polvere attraverso una serie di passaggi difficili da controllare lungo tutta la filiera produttiva. In primo luogo, durante le fasi di miscelazione, essiccazione e riempimento della polvere, le linee di produzione impiegano lubrificanti industriali che, se non perfettamente sigillati o sostituiti con alternative “food‑grade”, possono rilasciare micro‑goccioline di MOSH che si depositano nella miscela.
A ciò si aggiunge il contributo degli imballaggi: molti latti in polvere sono confezionati in scatole di cartone che contengono fibre riciclate; tali fibre, se prive di uno strato barriera adeguato, consentono la migrazione di idrocarburi dal cartone all’interno della busta, soprattutto quando il prodotto rimane a lungo sugli scaffali o subisce variazioni di temperatura.
Anche i sacchi per il trasporto delle materie prime — latte scremato in polvere, lattosio, oli vegetali — possono recare stampe con inchiostri ricchi di oli minerali, e il contatto prolungato ne facilita il passaggio negli ingredienti.
Infine, lo stoccaggio e la logistica incidono più di quanto si pensi: lunghi tragitti su mezzi pesanti, container esposti al sole o magazzini non climatizzati favoriscono la volatilizzazione e la successiva sedimentazione dei MOSH, completando un percorso che, se non affrontato con rigide procedure HACCP e con materiali certificati, può trasformare un alimento destinato ai neonati in un veicolo di contaminanti indesiderati.
I risultati del test Öko‑Test (aprile 2025)
La rivista tedesca Öko‑Test si occupa da anni di fare test su tantissimi prodotti di consumo, tra cui alimenti, prodotti per la salute e la bellezza, articoli per la casa ed elettronica.
Nel suo più recente test, la rivista ha analizzato 17 prodotti di latte cosiddetto “pre”, ovvero prodotti sostitutivi del latte materno per i più piccoli. Fortunatamente in nessuno dei prodotti sono state trovate le sostanze più preoccupanti, i MOAH, definiti potenzialmente cancerogeni.
Ecco i risultati:
Marche senza MOSH (o solo tracce irrilevanti)
- Aptamil Bio Pre – Nutricia
- Dm Bio Pre – Dm
- Hipp Pre Bio – Hipp
- Aptamil Pronutra Pre – Nutricia
- Babydream Pre – Rossmann
- Babylove Pre – Dm
- Beauty Baby Pre – Müller Drogeriemarkt
- Humana Pre – Humana
- Milasan Pre – Sunval
- Milupa Milumil Pre – Danone
- Novalac Pre – Vived
Molti di questi prodotti appartengono a linee biologiche o sono private label della GDO, dimostrando che qualità e prezzo accessibile possono convivere.
Marche con presenza di MOSH penalizzante
- Bebivita Pre – Bebivita
- Nestlé Beba Pre – Nestlé Nutrition
- Löwenzahn Organics Bio Pre – Löwenzahn Organics
- Töpfer Lactana Bio Pre – Töpfer
- Hipp Bio Combiotik Pre – Hipp
- Holle Bio Pre – Holle Baby Food
Nonostante la delusione per chi cerca un prodotto “bio”, va sottolineato che i valori di MOSH risultano in calo rispetto ai precedenti test, segno di un trend positivo di miglioramento.
Latte in polvere contaminato da MOSH: come comportarsi
Quando si sceglie un latte artificiale per il proprio bambino, il costo non dovrebbe essere il primo criterio: ciò che conta davvero per un genitore è la filiera di controlli che garantisce l’assenza di contaminanti come MOSH e MOAH.
La decisione inizia con un’accurata ricerca di informazioni: riviste specializzate, associazioni dei consumatori e i report di laboratori autorevoli pubblicano regolarmente test comparativi in cui vengono indicati sia la data di analisi sia il lotto esaminato. Leggere le etichette aiuta a selezionare solo le formule che mostrano valori non rilevabili di oli minerali. Una volta individuato il prodotto, è consigliabile acquistare confezioni prodotte in tempi recenti, idealmente dopo aprile 2025, perché gli stessi marchi hanno man mano introdotto controlli più rigorosi. Anche il packaging merita attenzione: la dicitura “MOSH/MOAH free” o la presenza di imballaggi con barriera protettiva certificata riducono ulteriormente il rischio di migrazione di idrocarburi.
La sicurezza prosegue poi in casa, seguendo alcune semplici accortezze quando si tratta di preparare il biberon per il neonato:
- Bollire l’acqua e lasciarla scendere a ~40 °C prima di sciogliere la polvere.
- Prepara il biberon solo al momento del pasto; getta eventuali avanzi.
- Igienizza tettarella e bottiglia dopo ogni uso.