L’importanza della presenza del papà durante la gravidanza

Molto spesso quando si parla di gravidanza si tende considerare questo evento solamente dal punto di vista delle mamme. Queste ultime infatti sono maggiormente coinvolte in quanto protagoniste principali. In realtà però si tratta di un atteggiamento errato in quanto nella maggior parte dei casi sono anche i papà ad essere coinvolti nella gravidanza. La figura maschile infatti, a differenza di quello che si potrebbe pensare, risulta essere estremamente fondamentale durante la gravidanza.

L’importanza del papà in gravidanza: la voce

Secondo alcuni studi scientifici il feto durante i primi mesi di gravidanza comincia a sviluppare gli organi di senso come la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto e il gusto. Naturalmente il loro completamento avverrà solamente in seguito alla nascita ma ciò deve essere comunque tenuto in considerazione in quanto in questa fase il feto percepisce la voce dei propri genitori. A circa trenta settimane infatti il bambino comincia ad avere percezioni uditive: pertanto è necessario che egli possa ascoltare la voce sia della mamma che del papà in modo tale da poterli poi riconoscere. Generalmente questo tipo di percezione è correlata all’orecchio medio, il quale comincia a svilupparsi a partire dal secondo mese (ma raggiunge l’apice solamente al compimento dell’ottavo mese di gravidanza). A partire invece dalla trentacinquesima settimana il bambino sviluppa un udito normale anche se già a partire da qualche settimana prima riesce a sentire gli stimoli sonori che provengono dall’esterno.

Parlare al pancione: l’importanza della comunicazione del papà

Se da un lato il bambino sviluppa con la parte materna un rapporto particolare e unico già quando si trova nel grembo, con il papà le cose sono nettamente differenti. Per tale ragione l’importanza della presenza del papà in gravidanza è fondamentale per istituire un primo legame affettivo con la propria prole. In questa circostanza infatti il futuro papà può parlare al bambino già a partire dalle ventotto settimane (secondo alcuni studi già dalle ventisei settimane): in questo modo il feto avrà a disposizione il tempo necessario per ricordare i suoni e le voci più ricorrenti ed associarle alla propria famiglia. Il bambino infatti è in grado di capire la differenza tra la voce della mamma rispetto a quella del papà: la prima giunge dall’alto e risulta essere decisamente più acuta, mentre la seconda giunge dal lato ed è molto più profonda. Pertanto è consigliabile che i papà parlino frequentemente ai piccoli nascituri, i quali possono anche reagire agli stimoli ad esempio scalciando oppure tranquillizzandosi.

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