Esame della traslucenza nucale: cos’è e a cosa serve

Iniziamo a dire che la translucenza o plica nucale è un interstizio translucido nell’epidermide del feto situata nella regione della nuca e valuta il potenziale rischio di malformazioni o difetti cromosomici.

È composta sostanzialmente da un accumulo di linfa rilevabile attraverso una ecografia nei primi tre mesi di una gravidanza, in particolare tra l’undicesima e la quattordicesima settimana.

Un aumento dello spessore della translucenza, che di norma è intorno ai 1,1 – 1,4 mm, oltre i 2,5 mm indica la possibilità di anomalie genetiche (trisomia 13 o 21, sindrome di down), cardiache o scheletriche (ad esempio onfalocele, cioè difformità delle visceri o spina bifida).

Vediamo nel dettaglio.

Esame della traslucenza nucale: a cosa serve

Questa tipologia di esame viene effettuata per identificare i feti che hanno il rischio di nascere con Sindrome di Down e Trisomia 18, ma anche altre sindromi e cardiopatie e cromosomopatie.

Quindi permette di capire se il piccolo che arriverà avrà qualcuno di questi problemi e aiuta i futuri genitori di essere preparati a tutto.

Esame della traslucenza nucale: come si effettua

Viene eseguita durante l’ecografia sovrapubica e permette di misurare lo spessore nucale del feto. I feti sani hanno uno spessore che va tra 1,1 millimetro e 1,4 millimetri, però in realtà il valore per identificare una patologia è più alto. I medici sono però d’accordo nel dire che fino a 2,5 mm siamo ancora in quella che può essere considerata la norma. Oltre quel valore però, la presenza di una patologia è praticamente una certezza.

Traslucenza nucale: quando si effettua

L’esame della translucenza nucale viene effettuato in genere tra la undicesima e la 14 esima settimana; ma quella ideale è la settimana numero 12. Ci sono però notizie di casi positivi identificati già alla 8-9 settimana.

La translucenza nucale è un esame pericoloso?

Trattandosi di un esame al 100% non invasivo, esso non presenta alcun possibile pericolo per la vita del neonato ed è uno degli esami più sicuri in assoluto. 

La misurazione, difatti, viene eseguita esternamente, senza alcun tipo di operazione chirurgica e diminuendo l’invasività. Non si tratta nemmeno di un esame finale, bensì solo ausiliario.

Tra i principali motivi per cui viene eseguito spicca la possibilità di diagnosticare la sindrome di Down, le trisomie e oppure la sindrome di Turner, oltre che numerose altre patologie, tra cui anche quelle cardiache.

Traslucenza nucale: cosa fare se la misura mette in allarme?

Se al momento dell’esame le misure mettono in allarme, è possibile fare alcuni approfondimenti, come la misura del flusso nel dotto venoso, che è la struttura che lega vena ombelicale alla vena cava inferiore fetale. Se la TN è al limite il flusso buono, l’allarme può non essere così grave.

C’è poi da verificare la presenza delle ossa nasali: oltre il 70% dei feti Down all’epoca della TN non le ha ancora. Se la TN è al limite ma le ossa si vedono, i rischio scende.

Resta comunque il fatto che il valore oltre il limite della TN NON sempre indica una patologia: la cosa fondamentale è fare affidamento su un bravo professionista in grado di interpretare alla perfezione tutti i dati.

Nei casi più critici, lo specialista può consigliare di effettuare una villocentesi o amniocentesi.

Il costo della translucenza nucale

Il prezzo della translucenza nucale varia nelle cliniche private, ma in genere non è alto.

Ultimamente, inoltre, è stato inserito nei Livelli essenziali di assistenza come un esame obbligatorio per tutte le donne in stato di dolce attesa. Per questo dovrebbe essere gratuito negli ospedali pubblici.

In ogni caso, quando il ticket non è del tutto gratuito, il suo prezzo si aggira al livello di circa una sessantina di euro per e cliniche pubbliche e a un livello di circa 200 euro nelle cliniche private.

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