Parto a domicilio: mille bebè all’anno nascono in casa

Partorire come una volta nel letto di casa è una scelta piuttosto rara, anche se c’è ancora chi la preferisce al parto in ospedale. Ogni anno in Italia sono circa un migliaio i bebè che nascano in casa, principalmente perché figli di genitori determinati a contrastare la medicalizzazione, talvolta eccessiva, del percorso di nascita. A dirlo è Maurizio Bonati, responsabile del Dipartimento di salute pubblica dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, che si è interrogato insieme ai suoi ricercatori sulla sicurezza del parto a domicilio.

Il parto a domicilio è sicuro? Lo studio del Mario Negri

Lo studio del Mario Negri, che ha valutato 600 potenziali parti a domicilio assistiti dell’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio e casa maternità negli ultimi due anni, ha rivelato che il 74% delle donne seguite ha partorito a domicilio e che soltanto 8 donne e 11 neonati sono stati trasferiti in ospedale dopo il parto perché avevano bisogno di cure. Ma non è finita qui: dallo studio è infatti emerso che oltre la metà dei neonati ha potuto usufruire del contatto prolungato della placenta, cosa che invece in ospedale non avviene in quanto il cordone ombelicale viene reciso quasi subito.

Parto in casa: sicuro con le adeguate precauzioni

Insomma, se eseguito da personale qualificato che segue la gestante fin dalle prime fasi della gravidanza e che garantisce l’assistenza al travaglio e al parto fisiologico in accordo con le linee guida nazionali e internazionali, il parto in casa è assolutamente sicuro. Tuttavia la scelta deve essere ben ponderata, poiché in caso di complicazioni, difficili da prevedere prima del travaglio, bisognerà correre in ospedale.

31 commenti

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  1. Non è affatto vero che si partoriva a casa senza problemi perché di partorienti e neonati che morivano durante il parto ce n’erano abbastanza! Partorire a casa è come regredire!

  2. Partorivano in casa e in casa morivano…
    Bisogna battersi per poter partorire in strutture ospedaliere che garantiscano adeguata assistenza a mamme e bambini (dalle camere confortevoli alla tin e sino all’epidurale h24) non per tornare a partorire in casa!

    • Cazzata…le cronache dimostrano che si muore pure adesso ma in ospedale….
      Prima si moriva specialmente per infezioni ed emorragie….
      Adesso esistono antibiotici e 118.

    • Ospedali e medicine non azzerano i rischi, ma li riducono e in ospedale l’assistenza è più qualificata (le ostetriche – che pure sono fondamentali – NON sono medici), completa e tempestiva. Infatti OGGI di parto si muore infinitamente meno dei vei tempi andati. E si muore meno anche perchè si partorisce in strutture ad hoc. Vorrei vedere quanti si farebbero anche solo cavare un dente a casa propria…
      Ribadisco: quel che si deve pretendere è l’assistenza qualificata in ospedale. Personale attento, preparato che fornisca assistenza e supporto.