Legame madre e figlio: e se il colpo di fulmine non scatta subito?

Non è raro sentire la frase ”l‘amore di una mamma è il più grande che possa esistere”.
Ed effettivamente è così. Nessuno ama il proprio bambino più della madre così come nessuno può instaurare con lui un legame simile.

Non bisogna dimenticare che è proprio lei a portarlo in grembo per 9 lunghi mesi, a sentirlo muovere e scalciare, a prendersi cura, da un momento all’altro, non di uno, ma di ben due corpi contemporaneamente.

È lei che per prima sente il suo cuoricino battere e affronta periodi difficili solo perché sa che alla fine riceverà il dono più bello che possa esistere.

Una madre diventa tale nel momento in cui sul test di gravidanza compaiono le fatidiche due lineette, ma il vero colpo di fulmine scatta al primo incontro subito dopo il parto. Almeno è questo quello che capita la maggior parte delle volte.

Può capitare, infatti, anche che ciò non avvenga e che una mamma non riesca a creare fin da subito quel legame forte con il proprio bambino.

Secondo Parent-Infant Foundation, una fondazione inglese che si occupa proprio della relazione genitori-figli, ciò capiterebbe a circa 1 mamma su 10.
Ma quando e perché ciò avviene?

Bonding neonatale: quando il colpo di fulmine madre-figlio non scatta

Da sempre, il primo incontro di una madre con il proprio bambino viene descritto come un momento magico, indimenticabile.
È in quegli attimi che succede qualcosa di inspiegabile, si vivono delle emozioni fortissime, mai provate.

Numerosi studi svolti proprio da Parent-Infant Foundation, però, avrebbero ”distrutto” quest’idea provando, invece, che ciò non avviene sempre.

Una donna su 10, infatti, non riesce ad creare questo ”bonding”, ovvero quel legame unico e speciale con il nascituro.

Ciò però avviene non di certo per un’inaffettività della donna, quanto più per la mancanza di informazioni ricevute, ma soprattutto di appoggio e consigli pratici per affrontare quello che è, sì, il momento più bello, ma anche quello più complicato e difficile che si possa vivere.

Quel famoso ”colpo di fulmine”, in alcuni casi, non scatta per via della paura.
Molte mamme hanno confermato che è stato proprio il timore di un aborto spontaneo a portarle a mantenere una certa distanza dal bambino.
Non affezionarsi per, eventualmente, non rimanerci troppo male.

Un’altra motivazione molto comune è rappresentata anche dal forte stress.
Quello della gravidanza è un periodo assai particolare, complicato, ed arrivare al parto stressate è più comune di quanto si possa immaginare.

E quando lo stress è forte, può capitare che questo prenda il sopravvento su qualsiasi altra emozione.

Molti ancora pensano che il legame tra madre e figlio sia un qualcosa che viene naturale.

Non viene spiegato, invece, che questo va costruito giorno dopo giorno.

Ciò determina che chi, per una qualsiasi ragione, non riesce a sentirlo, inevitabilmente, finisce per sentirsi in colpa, una cattiva madre.

È, dunque, fondamentale intensificare l’informazione.

Ogni donna deve sapere realmente, ma soprattutto realisticamente, cosa andrà ad affrontare.
Mettere al mondo un bambino è la cosa più bella che possa esistere, ma altrettanto difficile.
Soprattutto chi vive questa esperienza della prima volta, è necessario che venga presa per mano e accompagnata lungo tutto il percorso.

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