Le capacità empatiche del neonato

Coloro che ritengono, così come sosteneva il pedagogista francese Jean Piaget, che il neonato sia una tabula rasa, sbagliano di grosso. In realtà il cucciolo di uomo, sin da subito sviluppa delle incredibili capacità empatiche nei confronti delle persone che gli stanno intorno, prima fra tutte la mamma.

Le emozioni che sviluppa un neonato non sono affatto dissimili da quelle che prova un individuo adulto: non gli sono sconosciute, ad esempio, l’ansia, la gelosia, la gioia, la frustrazione o addirittura il rancore. A detta di Martin Hoffman, professore di psicologia presso l’Università di New York, è presente nel bambino una forma spontanea di empatia e non solo nei confronti della mamma, anche se, naturalmente, è proprio la genitrice ad essere la principale beneficiaria delle attenzioni del piccolo. Inoltre il neonato sarebbe anche in possesso di una innata predisposizione al cosiddetto rispecchiamento empatico, ovvero alla capacità di imitare i principali stati emotivi dell’adulto (gioia, tristezza, disgusto, piacere, ecc.). Del resto, da un recente studio condotto su 21 neonati è emerso che nel loro cervello, quando ascoltano le voci umane, si attiva la cosiddetta area limbica (da cui dipendono i centri emozionali) esattamente come accade negli individui adulti. Se, ad esempio, un neonato sente un altro neonato piangere, piangerà a sua volta, manifestandogli, per certi versi, la propria solidarietà. Se coglie nel tono di voce della propria mamma (ma anche del papà) una venatura di tristezza, si sintonizzerà con lo stato emotivo materno. Possiamo, dunque, affermare che, sin dall’età neonatale, il cucciolo di uomo avverte l’esigenza di stabilire un contatto intersoggettivo con le persone che gli ruotano attorno, giacché è presente in lui una innata predisposizione a instaurare legami. La capacità empatica dei neonati può essere interpretata come il primo passo che essi compiono nel complesso mondo delle relazioni sociali e a partire dalla quale impareranno ad acquisire la capacità di prevedere il comportamento altrui.

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