Figli di coppie omosessuali: le sfide da affrontare

L'omogenitorialità è il legame tra uno o più bambini (sia figli biologici sia adottati) e una coppia omosessuale. L'omogenitorialità rappresenta un nuovo orizzonte dell'essere e del fare famiglia nelle società occidentali contemporanee. Quali sono le sfide da affrontare nella crescita di un figlio?

Che cos’è l’omogenitorialità e quali sono le sfide principali che le famiglie omogenitoriali affrontano nella società attuale? Ne parliamo con il Dott. Diego Ferrara, psicologo di MioDottore.

Cosa si intende per omogenitorialità?

L’omogenitorialità è il legame tra uno o più bambini (sia figli biologici sia adottati) e una coppia omosessuale. L’omogenitorialità rappresenta un nuovo orizzonte dell’essere e del fare famiglia nelle società occidentali contemporanee. 

Le sfide principali che le famiglie omogenitoriali affrontano sono le seguenti: 

  • Le madri e i padri omo e i loro figli ci invitano a decostruire la complementarità rigida tra sesso, orientamento sessuale, genere, ruoli di genere, espressione dei ruoli di genere e sessuali, generatività biologica e simbolico-affettiva.
  • Al netto di un riconoscimento recente in Italia delle coppie omo ancora molto c’è da fare in merito al tema dei diritti affettivi dei minori non legati ancora biologicamente a quei genitori che se ne prendono cura e all’accettazione culturale dell’omogenitorialità in quanto ancora troppo forti le influenze politiche, sociali, religiose, educative e familiari.

Cosa vuol dire per un bambino vivere all’interno di una famiglia non tradizionale?

Oggi esistono differenti tipi di famiglie.

La visione di famiglia formata da padre, madre e figli è stata aggiornata data la presenza di nuclei familiari differenti, come la famiglie di fatto in cui i genitori non sono sposati, le famiglie di separati e divorziati in cui si inseriscono anche i nuovi compagni dei genitori con eventuali rispettivi figli avuti dalla relazione precedenti, le famiglie monogenitoriali e le famiglie omosessuali/omogenitoriali.

Rispetto alla famiglia tradizionale, dal punto di vista psicologico, non vi è alcuna differenza rilevante nella cura e nella crescita dei figli ma purtroppo non si può negare un fattore di rischio in più verso il malessere dato dal pregiudizio sociale esistente.

Il disagio di un figlio, infatti, può dipendere da una grande quantità di fattori ambientali di natura psicologica e ambientale.
I fattori di rischio si dividono solitamente in 4 gruppi: culturali, socio-familiari, genitoriali e individuali del bambino.

Famiglia omogenitoriale: sfide e opportunità

La famiglia omogenitoriale ci dà la possibilità di affrontare tante sfide, ci fornisce diverse opportunità, come ad esempio ragionare sui pregiudizi e metterli sempre in discussione, riconoscendo che sono un prodotto culturale e che spesso non hanno fondamento. E’ un buon punto di partenza per noi ma anche ricordarlo a chi ci sta intorno non è male.

La conoscenza è lo strumento più potente che abbiamo per contrastare lo stigma e i pregiudizi anche quando sembrano talmente radicati da modellare la direzione di una società. Studiare e divulgare conoscenza è la chiave per aprire uno spazio di riflessione e avviare un processo di cambiamento che porti alla costruzione di una società in cui il benessere psicologico sia sistemico e diffuso.

Con quale genitore si riconosce il bambino?

Nei figli non è presente una confusione rispetto alla propria identità di genere, e il loro sano sviluppo non è condizionato dall’orientamento sessuale dei genitori.

La definizione di genitore non implica una misura di mascolinità del padre o di femminilità della madre. La crescita di un figlio avviene attraverso un processo intimo di cura che il genitore fornisce e riguarda solo ed esclusivamente l’evolversi della relazione affettiva. 

In merito al processo di identificazione con le figure genitoriali non è l’orientamente sessuale dei genitori a determinare l’adattamento psicologico dei figli, bensì la qualità del legame genitoriale e la disponibilità di risorse sociali ed economiche.

Come influisce l’omogenitorialità sulla crescita del bambino?

Come già accennato in precedenza, rispetto alla famiglia tradizionale, dal punto di vista psicologico, non vi è alcuna differenza rilevante nella cura e nella crescita dei figli ma purtroppo non si può negare un fattore di rischio in più verso il malessere dato dal pregiudizio sociale esistente.

Come possono le famiglie omogenitoriali educare e preparare i loro figli ad affrontare domande o commenti sulla loro struttura familiare?

Purtroppo, nonostante la società stia facendo lenti passi avanti da questo punto di vista, qualsiasi tipo di diversità fatica ad essere accettata: anche i bambini che vivono in condizioni svantaggiate, con difetti fisici o persino con disabilità vengono spesso presi in giro, infatti tra le altre cose oggi si parla moltissimo di bullismo e prevenzione al disagio, soprattutto nelle scuole.

Non vi è qualcosa di particolarmente svantaggioso nella diversità omosessuale ma è necessario che i genitori siano a proprio agio con la propria sessualità; tanto più questo accadrà tanto più i figli, sin da bambini impareranno a contrastare i pregiudizi e a sviluppare strategie adeguate per affrontare l’omofobia.

Quali sono le strategie che le famiglie omogenitoriali possono adottare per affrontare i pregiudizi sociali e garantire un ambiente sano e supportivo per i loro figli?

Affinchè i figli possano affrontare i pregiudizi e sviluppare strategie adeguate per affrontare l’omofobia è necessario in primis che i genitori abbiano un rapporto sereno con la propria condizione, nei confronti del proprio orientamento sessuale e della loro stessa relazione.

Spesso le coppie genitoriali non in grado di far questo sono supportate attraverso percorsi di sostegno alla genitorialità condotti da psicologi esperti.

Quali sono le sfide specifiche che i figli delle famiglie omogenitoriali possono incontrare a scuola e nella comunità, e come possono essere superate?

I figli di queste famiglie sono più abituati a parlare di emozioni, di differenze di genere e di problemi come il bullismo a scuola o in altri contesti, proprio perché hanno dovuto conquistare uno spazio a livello sociale e perché le loro stesse famiglie spesso hanno fatto un lavoro più ricco nell’affrontare problematiche che le toccavano da vicino.

Questo ha determinato lo sviluppo di molti bambini maggiormente resilienti. La vera sfida per questi figli è quella di riuscire a trasmettere ai propri coetanei l’importanza della complessità e del vivere in un mondo in cui è la circolarità a farla da padrona e non la linearità dei processi, soprattutto per quanto concerne le relazioni.

L’amore, indipendentemente dalla sua natura è qualcosa di forte indipendentemente dall’orientamento sessuale di ciascuno e pertanto va accolto e non schivato. Ecco se queste generazioni riuscissero in questo potremmo in futuro parlare maggiormente di integrazione, benessere sociale e benessere sistemico.

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