Bambini prematuri: allattare è possibile?

Appartengono alla categoria dei bambini prematuri i neonati che nascono prima della 37° settimana di gestazione, quindi saranno bambini con un più basso peso alla nascita e che avranno, chi più e chi meno, difficoltà ad adattarsi alla vita extrauterina.

Spesso i bambini prematuri sono destinati a passare le prime settimane della loro vita alla TIN (Terapia Intensiva Neonatale) un’unità operativa che fornisce loro le cure speciali di cui hanno bisogno; in questo reparto i genitori rimangono molto spaventati, vedono i loro figli dentro le incubatrici, collegati a monitor e mille tubicini, e una mamma spesso vede sfumare il desiderio di allattare il proprio bimbo perché decisamente pensa che tra tutte le cure di cui ha bisogno l’allattamento in questo momento non è necessario, questo causa avvilimento, ci si sente incapaci, inutili e depresse. Ma è qui che si sbaglia…

Allattare il bimbo nato prematuro

Allattare un bimbo prematuro è fondamentale, sia per fornirgli la corretta alimentazione di cui ha bisogno, sia perché la mamma si renderà conto di essere indispensabile ed efficace alla ripresa del proprio cucciolo!!

Il latte di una mamma che partorisce in anticipo è diverso dal latte di mamme che partoriscono a termine, è più ricco in proteine, grassi ed elementi immunitari che sono importantissimi per lo sviluppo neurologico e visivo, per un minor sviluppo delle patologie a carico dell’apparato digerente e come difesa dalle infezioni in generale per un maggior incremento del sistema immunitario.

Le maggiori difficoltà forse si incontrano nel pensare come fare, come allattare un bambino cosi piccolo, che pesa cosi poco, avrà la forza per succhiare? In risposta a questi quesiti ci vengono in aiuto la canguro terapia e il DAS.

La canguro terapia

La canguro terapia è veramente importante nei prematuri, adagiare l’esile corpicino “pelle a pelle” sul petto di mamma e papà, lo scambio del calore, dell’odore, del suono del battito del cuore ha un effetto estremamente benefico sul piccolo, lo consolerà, lo aiuterà nel suo sviluppo e potrà tentare i primi approcci con il seno materno; per mamma e papà sarà altrettanto importante, perché si sentiranno più utili e vicino al loro pargolo.

DAS: di che cosa si tratta?

Per quanto riguarda l’allattamento vero e proprio, il neonato è in grado di succhiare dalla 34° settimana (ma alcuni studi sostengono anche prima), finche questo non è realizzabile la mamma dopo aver partorito può iniziare subito a tirarsi il latte (con l’aiuto di un apparecchio detto “tiralatte”) stimolando in maniera regolare e costante il seno, proprio come se fosse il suo bambino a farlo. Si consiglia di tirare il latte dalle 6 alle 8 volte nell’arco di una giornata usando il tiralatte per almeno 10 minuti da entrambi i seni.

Si può iniziare ad attaccare il bambino anche quando è ricoverato, chiedendo sempre aiuto al personale competente; i primi tempi non accadrà nulla, magari il piccolo non riuscirà ad attaccarsi, ma con la costanza, giorno dopo giorno, la situazione cambierà. Al rientro a casa può essere di grande aiuto il “DAS” (Dispositivo di Allattamento Supplementare): è uno strumento che contemporaneamente alla suzione al seno del bambino, consente di alimentarlo con un aggiunta di latte materno già precedentemente tirato. In pratica è una bottiglietta collegata a due tubicini nella quale si versa il latte, i tubicini vengono fissati al seno con un cerotto forato in corrispondenza del capezzolo, il bambino prende in bocca il capezzolo e i tubicini e succhia producendo un doppio effetto: fa scendere il latte dai tubicini e stimola la fuoruscita di latte dal seno.

Per una mamma, vedere il corpicino del proprio figlio cosi debole fa sentire impotente, arrabbiata e intimorita; ma dedicarsi all’allattamento, può farla sentire attiva e utile, e come già descritto fa un gran bene al piccolo cucciolo venuto al mondo; questo processo non è facile, per niente, ma è importante anche per dare un senso di “normalità” a un evento cosi complicato e spaventoso come la prematurità.

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