Antidolorifici in gravidanza: quali i più indicati?

Durante il periodo di gestazione si tende a evitare di assumere tutto ciò che potrebbe rappresentare un rischio per il feto, da determinati cibi ai farmaci. Se però rinunciare a cibi pesanti e poco salutari durante i nove mesi non è poi un sacrificio così grosso, cosa dire dei farmaci? Assumere antidolorifici in gravidanza per alleviare un’emicrania o un mal di denti può provocare qualche rischio per il bambino? Dobbiamo soffrire il dolore per paura di creare danni? Come in ogni cosa, anche in questo caso la verità sta nel mezzo.

Se è vero che durante la gravidanza alcuni farmaci sono assolutamente vietati perché teratogeni (possono cioè provocare malformazioni agli organi del nascituro), per esempio gli antidepressivi, ansiolitici come le benzodiazepine, o anche i farmaci antitumorali o antiepilettici, non per questo l’assunzione di antiinfiammatori è vietata. L’importante è non assumerne dosi massicce in quanto, soprattutto durante il terzo trimestre, possono causare problemi di natura cardiocircolatoria al feto, nonché aumentare i rischi di emorragia neonatale.

Cosa fare, dunque, in caso di dolore acuto mentre si aspetta un bambino? Come regola generale, soprattutto entro le prime dieci settimane, vale quella per cui ogni tipo di farmaco deve essere il più possibile evitato e assunto solo sotto prescrizione medica, facendo ricorso il più possibile a rimedi naturali e innocui per il feto. Quest’ultimo, infatti, potrebbe venire a contatto con le sostanze chimiche contenute nei farmaci, che possono anche superare la barriera della placenta e causare danni al nascituro o, soprattutto all’inizio della gestazione, addirittura provocare un aborto.

L’antidolorifico più indicato in gravidanza, a parere della maggior parte dei medici, è il paracetamolo, da assumere entro le dosi stabilite e sotto controllo medico. Questo principio attivo, nonostante come gli altri farmaci possa attraversare la placenta e arrivare al feto, sembra non comportare rischi per quest’ultimo e pare essere più tollerabile. Rivolgiamoci al dottore, comunque, per avere il consenso all’assunzione di paracetamolo, limitandone il consumo allo stretto necessario quando il dolore si fa più acuto.

 

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