Salvagenti a mutandina: ecco perchè non vanno usati

Quando si parla di bambini, la parola sicurezza è un mantra.

Quando arriva l’estate e i piccoli cominciano a divertirsi tra mare e piscine è importante sapere come comportarsi e quali accessori scegliere per le prime nuotate.

Ma quali ausili per il galleggiamento sono preferibili? Vediamolo insieme.

Salvagenti a mutandina: perché non usarli?

Prima di vedere quale ausilio al galleggiamento è più idoneo all’età del bambino, cercheremo di capire perché sarebbe meglio non usare i salvagenti a mutandina. Il motivo è in realtà facilmente intuibile. Tali ausili sono estremamente pericolosi perché a causa di un’onda, piuttosto che del semplice sbilanciamento dovuto al peso della testa, il bambino può tranquillamente ribaltarsi.

Nel momento in cui ciò dovesse accadere, il piccolo si ritroverebbe a testa in giù nell’acqua e, a causa delle gambe incastrate nel salvagente, sarebbe impossibile per lui tornare nella posizione originale. Ovviamente questa ipotesi non rappresenterebbe un pericolo per l’incolumità del bambino se il genitore gli fosse vicino, ma si tratterebbe comunque di fargli prendere uno spavento facilmente evitabile.

In realtà ad essere sconsigliati sono anche i salvagenti senza mutandina. Questi modelli infatti, fanno assumere al bambino una posizione scorretta, quindi risultano pericolosi allo stesso modo per due motivi. Il primo perché sussiste il rischio di ribaltamento come quelli con mutandina. Il secondo motivo perché il piccolo potrebbe tranquillamente scivolarci all’interno. Anche in questo caso con un inutile spavento.

Ausili al galleggiamento: quali utilizzare?

Dopo aver compreso perché non usare i salvagenti a mutandina (e quelli senza), ora vedremo quali ausili al galleggiamento sono invece consigliati, in base all’età del bambino. In una fascia compresa tra i 3 e i 18 mesi dunque, sarebbe preferibile ricorrere allo “Swimtrainer”, un particolare salvagente che consente al piccolo di assumere una posizione in sicurezza (prona), così da poter impostare in maniera del tutto autonoma il movimento delle gambine.

Dai 7 ai 18 mesi è possibile introdurre anche i braccioli, fermo restando che il bambino deve sempre e comunque essere sorretto sotto alle ascelle, e mai dalle mani.

Mano a mano che il piccolo crescerà, si potrà procedere facendogli usare solamente i braccioli, seppur preferendo per l’acquisto dei modelli non troppo ingombranti che ne ostacolerebbero il naturale movimento delle braccia. Molto utili sono anche le cinture galleggianti, perché aiutano moltissimo a fare acquisire una certa autonomia di galleggiamento.

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