
Il mondo dell’acqua è pieno di fascino ed attira grandi e piccoli da sempre: ma si tratta di un contesto da affrontare con attenzione, soprattutto per i bambini, che devono essere guidati passo dopo passo nella loro scoperta e nell’approccio all’acquaticità.
In genere a cominciare dai tre anni i piccoli iniziano a mostrare interesse e curiosità per l’acqua, con la quale hanno sempre inizialmente un rapporto di odio e amore. Ma è intorno ai 4-6 anni che i bambini iniziano a prendere coscienza dell’avventura nell’acqua, rimanendo sempre più coinvolti.
Bambini e acquaticità: importanza dell’istruttore
Nel contesto che coinvolge bambini ed acquaticità, riveste un ruolo fondamentale la figura dell’istruttore. Che sia un genitore oppure un operatore esterno, l’importante è che sappia guidare il piccolo verso il giusto approccio, superando le paure iniziali dell’acqua e portandolo gradualmente ad avere la necessaria confidenza con i movimenti in acqua.
L’istruttore deve essere in grado di porsi al centro della scena nel momento dell’insegnamento, ma sapersi al contempo ritirare per lasciare il giusto spazio all’apprendimento: non deve mai forzare troppo il bambino, ma deve riuscire a comprendere il miglior percorso individuale, riconoscendo anche le competenze dell’infanzia.
I bambini e l’acquaticità, un percorso di crescita
Oltre ad avere un ruolo importante in una futura attività di nuoto, imparare a vivere bene l’acquaticità ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni per il bambino: lo aiuta infatti ad acquistare sicurezza e fiducia nelle proprie capacità, ad avere una buona coordinazione e a saper gestire il proprio corpo anche in situazioni più complicate.
Non da ultimo, vengono assicurati grandi vantaggi a livello fisico, con un tipo di movimento in acqua che apporta il giusto sviluppo alle varie articolazioni e alla muscolatura di tutto il corpo.
Iniziato a 3 mesi e mai smesso con il mio piccolino