Parto cesareo: quando è una scelta, non una necessità

Partorire è l’esperienza senza dubbio più straordinaria che una donna possa vivere. Il parto in genere avviene in modo naturale, a meno che non vi siano delle condizioni per le quali si ritenga che il cesareo sia la scelta migliore. Ci sono però casi in cui le donne scelgono volontariamente il parto cesareo.

Parto cesareo: perché le donne lo scelgono

La motivazione che più spesso spinge una donna a chiedere un parto con taglio cesareo può essere ritrovata nel timore e nella paura di partorire naturalmente.

Dolore, tempi lunghi e incognite su come ci si sentirà possono spingere una donna a chiedere al proprio medico di intervenire con questa pratica anche se non sarebbe necessario. La mamma non va in alcun modo stigmatizzata, ma andrebbe rassicurata e si dovrebbe instaurare con lei un dialogo costruttivo per comprenderne le motivazioni profonde.

Si dovrebbe darle la possibilità di acquisire fiducia nelle strutture della sanità. In particolare sarebbe utile spiegarle quali possono essere le conseguenze per il bambino e per eventuali parti futuri, illustrandole al contempo come avviene un’operazione del genere in anestesia.
Importante è anche sottolineare il fatto che ci potrebbero essere problemi nell’allattamento.
Se poi la donna decide coscientemente di continuare, allora il medico dovrà sapere bene cosa dice la legge in merito.

Parto cesareo volontario: cosa prevede la legge

Il taglio cesareo è di fatto un intervento, e solo il medico può stabilire se e quando sia necessario. Tuttavia per la legge la donna può sempre avvalersi del cosiddetto ‘principio di autodeterminazione‘.

Ciò vuol dire che può scegliere come intervenire sul proprio corpo e quali trattamenti ricevere.

La posizione del medico allora si fa delicata. La legge stabilisce che il medico non è obbligato a procedere se ritiene che vi siano motivi per cui sarebbe bene evitare.
Anche perché va sottolineato che se il cesareo non era necessario, qualora si verificassero complicazioni o danni, il medico ne risponderebbe in prima persona.

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