Parigi 2024: stanze per l’allattamento e un’area family per le atlete madri

28 marzo 2024 –

Le Olimpiadi di Parigi 2024 segnano un momento storico per le atlete madri grazie all’introduzione, da parte del Comitato Olimpico Francese, di stanze dedicate all’allattamento.

Questa iniziativa rappresenta un sostegno concreto per quelle atlete che vogliono rimanere vicine ai loro bambini durante le competizioni, rispondendo così alle esigenze espresse da campionesse come Laura Kenny e Clarisse Agbegnenou, che hanno sottolineato le difficoltà di gestire maternità e carriera sportiva ad alti livelli.

Spazi familiari e stanze allattamento: un accogliente rifugio per le neomamme


Tra le novità più rilevanti delle Olimpiadi di Parigi 2024, che si terranno dal 26 luglio all’11 agosto, vi è la creazione di aree speciali presso l’Hotel Pleyel di Saint-Denis, adiacente al Villaggio Olimpico. Questi spazi sono pensati per accogliere le atlete neomamme insieme ai loro bambini e partner, offrendo:

  • Stanze private dove le atlete possono dormire con i loro neonati e dove anche i partner possono soggiornare, data la limitazione dei pass per l’accesso al Villaggio Olimpico.
  • Un ambiente sicuro e confortevole per allattare e prendersi cura dei propri figli.
  • Un’area family di 100 metri quadrati, destinata al relax e al gioco, dove genitori, atleti e staff possono trascorrere tempo di qualità con i loro bambini.

Il costo di questa iniziativa è stimato in 40.000 euro, un investimento che sottolinea l’impegno del Comitato Olimpico verso le atlete madri, nonostante la regola del CIO che vieta l’accesso nel Villaggio Olimpico a persone non accreditate.

Come ha sottolineato Astrid Guyart, segretaria generale del Comitato Olimpico francese, si tratta di un passo avanti epocali per i diritti delle mamme:

È senza precedenti e speriamo diventi permanente, non una tantum perché sono le Olimpiadi di Parigi

Innovazione per i diritti delle atlete madri

L’introduzione di queste stanze allattamento alle Olimpiadi di Parigi 2024 segue le orme delle Olimpiadi di Tokyo, dove era già stato permesso alle atlete in allattamento di portare con sé i propri bambini. Questa svolta culturale affronta e risolve le precedenti difficoltà logistiche e psicologiche legate all’allattamento fuori dal Villaggio Olimpico, spesso in spazi non adatti.

Le atlete madri non sono “superdonne”, come ha detto la ciclista Laura Kenny, vincitrice di 4 medaglie d’oro:

L’allattamento al seno è stato complicato. Come atlete, il nostro congedo di maternità è quando sei incinta. Dopo, non c’è più nulla che ti trattenga dall’allenarti, devi semplicemente andare avanti.

Le atlete madri hanno solo bisogno di supporto e di pari opportunità. La decisione del Comitato Olimpico francese è un passo nella giusta direzione, un esempio da seguire per abbattere gli stereotipi e costruire un futuro più inclusivo nello sport.

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Clarisse Agbegnenou e Allyson Felix, tra le altre, hanno evidenziato come l’accesso a servizi di allattamento adeguati possa effettivamente consentire alle atlete di proseguire la propria carriera senza dover scegliere tra sport e maternità.

La judoka francese Clarisse Agbegnenou, che è tornata a vincere sul tatami a soli cinque mesi dalla nascita della Athena, ha infatti dichiarato:

Mi fa male sentire la gente dire ‘Non puoi essere un’atleta di alto livello mentre sei mamma’. Abbiamo solo bisogno della possibilità di allattare al seno, se possibile, o di estrarre il latte al lavoro, se necessario.

Queste novità non solo migliorano la qualità della vita delle atlete madri ma rappresentano un passo avanti significativo verso una maggiore inclusività e uguaglianza nello sport di alto livello.

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