L’importanza di baci e carezze ai bimbi: ecco come favoriscono lo sviluppo psichico

Fare le coccole ai bambini è importante non solo per stabilire un legame profondo tra genitori e figli ma anche perché baci e carezze hanno un ruolo fondamentale nel loro sviluppo psichico. Secondo una ricerca resa nota di recente e che conferma quanto da tempo sostengono gli psicologi i gesti teneri “attivano” determinati circuiti cerebrali e riducono le probabilità che i bimbi soffrano anche di mal di testa.

L’importanza delle coccole ai bimbi

I papà e le mamme che accarezzano spesso i propri figli non solo assicurano loro uno sviluppo sano sul piano psichico ed emotivo ma li aiutano anche a difendersi da mal di testa e disturbi quali la depressione: infatti i bambini più coccolati presenterebbero da adulti una minore incidenza di questo tipo di problemi. Dopo che nel 2012 uno studio realizzato dalla Concordia University di Montréal (Canada) aveva fatto luce sul fenomeno il professor Vincenzo Guidetti, neuropsichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha presentato una ricerca che porta ulteriori conferme spiegando che è decisiva la fascia d’età dei bambini fra i 3 e i 5 anni.

“Relazioni calde” e disturbi di internalizzazione

In quel delicato periodo è importante che tra genitori e figli si instauri una “relazione calda”, improntata a baci e carezze oltre che all’ascolto perché proprio allora comincia a svilupparsi la ToM, ovvero la “Theory of Mind” che consente ai bimbi di capire cosa pensano le altre persone (in particolare la mamma e il papà) prendendone coscienza e scoprendo in che modo questo influenzi le proprie azioni. Ad ogni modo anche nelle successive fasi di crescita una carenza di affetto si riverbera negativamente sul bambino che sarà più soggetto a quei disturbi di internalizzazione, tra cui il mal di testa, che si manifestano anche tardivamente in età adulta. Secondo gli psicologi la loro genesi è dovuta a una alterazione dei normali processi che regolano lo sviluppo emotivo e psichico penalizzando anche le interazioni sociali.

Il rispecchiamento emotivo

A proposito dei disturbi di internalizzazione Guidetti ha ripreso decine di vecchi studi e utilizzato per le sue ricerche la risonanza magnetica, dimostrando concretamente quelle che prima erano solo intuizioni teoriche: il neuropsichiatra ha messo in luce come vengano attivati determinati circuiti cerebrali con una peculiarità per i maschi dove pare venga stimolata particolarmente la giunzione temporoparietale del cervello, vale a dire quella che aiuta a distinguere tra sensazioni proprie e quelle delle altre persone. Non solo dato che le relazioni a base di coccole tra genitori e figli coinvolgono anche i primi con processi di rispecchiamento (“mirroring”): nel cervello di mamma e papà infatti si notano adattamenti neurofisiologici che li aiutano a riconoscere stati emozionali e mentali del bimbo indicandogli così di averlo compreso e che lui non è solo, due aspetti che per Guidetti “sono alla base di un corretto accudimento”.