Come succede con la moda, la musica e gli stili di vita, anche la scelta dei nomi per i neonati segue delle vere e proprie tendenze. Negli anni ’90, nomi come Marco, Martina, Davide e Alessia erano ovunque: presenti in ogni classe scolastica, nei parchi giochi, nelle chat MSN. Oggi, però, la situazione è cambiata radicalmente. I gusti dei genitori moderni sono sempre più orientati verso nomi stranieri o con significati particolari, mentre molti dei nomi popolari di trent’anni fa stanno scomparendo lentamente dagli elenchi anagrafici.
Grazie ai dati ISTAT relativi ai nuovi nati nel 1999 e nel 2022, possiamo osservare in modo concreto quanto si sia evoluta la scelta dei nomi in poco più di vent’anni. Il cambiamento è evidente, e non riguarda solo la classifica: è un vero e proprio mutamento culturale.
Nomi maschili: i più amati negli anni ’90 e quelli scelti oggi
Nel 1999, i nomi maschili più comuni in Italia erano Andrea, Francesco, Alessandro, Matteo e Luca. Questi nomi dominavano le classifiche e venivano scelti per la loro classicità, sonorità familiare e forte radicamento nella tradizione italiana.
Nel 2022, lo scenario è decisamente diverso: tra i nomi più gettonati troviamo Leonardo, Tommaso, Edoardo, Alessandro e ancora Francesco, che continua a resistere al passare del tempo. Ma molti nomi un tempo onnipresenti sono ormai in declino.
Ecco alcuni dati emblematici:
- Marco è passato da oltre 7.000 bambini nel 1999 a circa 1.400 nel 2022.
- Matteo, scelto quasi 9.000 volte nel ’99, oggi si ferma sotto quota 2.800.
- Simone, un nome diffusissimo fino ai primi anni 2000, è oggi intorno alle 1.000 nuove registrazioni.
- Anche Stefano, Alberto e Paolo sono drasticamente calati.
Si tratta di un chiaro segnale che le famiglie italiane stanno cercando alternative meno tradizionali, magari ispirate a personaggi famosi, protagonisti delle serie TV o al mondo anglosassone.
Nomi femminili: l’addio a Martina, Alessia e Valentina
Il cambiamento nei nomi femminili è stato ancora più evidente e rapido. Nel 1999 erano amatissimi nomi come Martina, Alessia, Giulia, Chiara e Sara. Nomi semplici, eleganti e radicati nella cultura italiana. Oggi, però, la nuova generazione di genitori sembra preferire nomi più sofisticati, delicati o di stampo aristocratico, come Sofia, Aurora, Ginevra, Vittoria e Beatrice.
Giulia è l’unica a mantenere saldo il suo posto tra i primi nomi più assegnati alle bambine, confermando una continuità tra passato e presente.
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Ecco i numeri che raccontano questa trasformazione:
- Martina è passata da quasi 9.000 nuove nate nel 1999 a meno di 1.800 nel 2022.
- Alessia ha registrato un calo ancora più netto: da oltre 8.400 a meno di 900 neonate.
- Federica, un nome simbolo dei primi anni 2000, oggi è scelto appena 300 volte l’anno.
- Valentina, amatissimo negli anni ’90, oggi è in forte calo, con meno di 300 nuove iscrizioni all’anagrafe.
Perché i nomi cambiano: tra mode, cultura pop e voglia di unicità
Ma perché i nomi cambiano nel tempo? Le ragioni sono molteplici, ma tutte riconducibili a fattori culturali e sociali. Le nuove generazioni di genitori sono influenzate dalle serie TV, dai social network, dalle celebrità e da un forte desiderio di originalità. Dare al proprio figlio un nome che suoni “unico” o particolare è diventato un trend molto diffuso.
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Negli anni ’90 si preferivano nomi italiani classici, spesso tramandati da nonni e parenti. Oggi, invece, si cercano nomi corti, internazionali o con significati simbolici e ricercati. È anche cresciuta l’attenzione alla musicalità e all’originalità del nome, con un occhio a come questo potrà suonare nel mondo globale e digitale.
I nomi degli anni ’90: un ricordo generazionale
Sebbene molti nomi simbolo degli anni ’90 stiano lentamente uscendo dalle classifiche, essi rimangono vivi nel ricordo di chi ha vissuto quella generazione. Ogni Marco, Martina o Simone racconta una storia fatta di Game Boy, walkman, telefonini con antenna e CD masterizzati. Sono nomi che evocano emozioni, amicizie e momenti legati a un’epoca che, anche se ormai passata, continua a far parte della nostra identità collettiva.
La storia insegna che anche le mode più radicate sono destinate a cambiare, ma allo stesso tempo, tutto può tornare. Chissà: forse tra qualche decennio, Marco e Alessia torneranno a essere in cima alle classifiche, sospinti dalla nostalgia e dal fascino del vintage.