Il segreto della coperta di linus

Molti bambini, tra gli 8 e i 12 mesi, “adottano” una coperta di Linus, ovvero un oggetto (un peluche, un bambolotto, una copertina, un lenzuolino, un foulard della mamma, un pezzo di stoffa, ecc.) cui attribuiscono un valore quasi totemico. Ma qual è il segreto della coperta di Linus? Lungi dall’avere potere magici, essa può essere considerata un oggetto transizionale che traghetta il piccolo verso la conquista dell’autonomia.  

La coperta di Linus dei cuccioli è quell’oggetto da cui difficilmente essi si separano, e che trasmette loro sicurezza e tranquillità. Per comprendere il valore di questo attaccamento a una cosa inanimata, è necessario ricorrere al concetto di spazio transizionale elaborato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Woods Winnicott. Secondo lo studioso, il bambino nella prima fase della propria vita vive una sorta di onnipotenza soggettiva in cui non riesce a vedere la propria madre come qualcosa di diverso da sé o comunque come qualcosa che esista indipendentemente dalla propria volontà. Quando, tuttavia, con il passare dei mesi, è costretto ad “arrendersi” all’idea che il mondo (non esclusa la propria madre) abbia un’esistenza oggettiva, il bambino crea una sorta di spazio transizionale che gli consente di spostarsi gradualmente dall’onnipotenza soggettiva ad una realtà oggettiva condivisa, senza subire un forte trauma. In questo spazio si colloca la coperta di Linus (oggetto transizionale), che svolge la funzione di rasserenarlo e tranquillizzarlo in assenza della madre. In altri termini il piccolo fa transitare sull’oggetto prescelto il proprio bisogno di contatto fisico, per poi approdare a una fase più matura in cui diviene consapevole del fatto che la separazione dalla propria madre è solo un momento transitorio. La coperta di Linus, pertanto, costituisce una sorta di collegamento tra due distinte fasi emotive: dalla totale percezione soggettiva del mondo e dal rapporto simbiotico con la propria mamma, alla concezione di una realtà oggettiva in cui la figura materna non è più sottoposta al suo totale controllo.

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