Gravidanza: in aumento le donne incinte licenziate

Gran Bretagna: aumenta il numero delle donne incinte licenziate

In tutta la Gran Bretagna è in esponenziale aumento il licenziamento delle lavoratrici incinte che vengono sistematicamente allontanate sia dalle aziende pubbliche che private o prima di dare alla luce il proprio bambino o subito dopo. Negli ultimi dieci anni i licenziamenti di questo tipo sono addirittura raddoppiati e sembra che il fenomeno sia sempre più frequente, in continuo aumento e che riguardi tutti i settori dell’impiego: dalle piccole alle grandi aziende, dal settore privato a quello statale.

L’appello a Theresa May: più tutela sul lavoro per le donne incinte

I pretesti trovati dalle aziende per lasciare le neomamme a casa sono innumerevoli ma spesso infondati.

Questa vera e propria discriminazione è emersa da  un approfondito rapporto effettuato dalla commissione parlamentare sulle donne e la parità. Al governo di Theresa May è stato chiesto di prendere urgenti provvedimenti in merito a questa spinosa questione per tutelare le mamme lavoratrici.

In questo rapporto è stato messo nero su bianco che dal 2005 fino a oggi, le donne letteralmente costrette a lasciare il lavoro in concomitanza con la richiesta del permesso di maternità siano raddoppiate. Si conteggia che il fenomeno interessi perlomeno 54.000 persone e certamente non è una cifra trascurabile.

Maternità: il confronto fra Gran Bretagna e Germania

Il rapporto suggerisce al governo di adottare misure uguali o perlomeno simili a quelle previste dalle normative attualmente in vigore in Germania. Nel paese governato dalla Merkel durante la gravidanza e nei quattro mesi dopo il parto il contratto di lavoro non può essere sciolto salvo rarissimi casi che debbono avere alle spalle motivazioni specifiche e ben documentate. Inoltre le neomamme non possono essere inserite nelle nuove liste dei lavoratori in esubero. Insomma, la Gran Bretagna che vanta una lunga storia alle spalle e uguali diritti per tutti, sembra abbia invece un disperato bisogno di tutelare sia le donne in gravidanza che le neomamme.

45 commenti

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  1. Siamo in Italia.
    La responsabilità è certo del datore di lavoro ma provate a pensare se un’azienda ha più donne che uomini assunti.
    Il problema più grosso è il costo del lavoro e le poche tutele date alle lavoratrici in generale.
    Il primo grande responsabile é lo Stato che ha leggi antiquate

  2. Purtroppo io sono dall altra parte della barricata,sono di 36settimane e ancora vado ad aprire il negozio,assumere una persona ha dei costi esosi e lo farò solo quando arriverò a partorire. Sostituire una maternità rappresentata per tante piccole imprese quasi un crollo,non esiste più il titolare grasso e i dipendenti affamati,oltretutto ci sono le approfittatori che si mettono in maternità dal terzo mese di gravidanza,pur stando bene,e apportando dei seri problemi all azienda .non ce solo il bianco e il nero,ci sono tante sfumature nelle cose..

    • Cara Valeria, non sappiamo a quanto tempo fa risalga questo fatto ignobile, ma sappi che tu, e tutte le Mamme che hanno avuto la stessa esperienza, avete subito una pratica illegale. Il diritto della lavoratrice è la tutela del posto di lavoro, che si estende dall’inizio della gestazione al compimento del primo anno di età del figlio: il datore di lavoro ha il DIVIETO di licenziare la lavoratrice in gravidanza, indipendentemente dal fatto che egli sia a conoscenza del suo stato; la lavoratrice però, nel caso le venga intimato il licenziamento, ha l’obbligo di comunicare il suo stato di gravidanza e il LICENZIAMENTO è NULLO. Qualora subiate una cosa simile, dovreste rivolgervi immediatamente (e comunque entro 60 giorni) al sindacato (Centro Donna del Sindacato) o ad uno STUDIO LEGALE 🙂

    • Anche io sono stata licenziata in gravidanza ,al secondo mese ed in maternità a rischio… Siccome non c’erano altri modi,cessata attività del punto vendita in cui lavoravo..Mi sono rivolta al sindacato ma il responsabile dell’ufficio non se l’è sentita perché suo figlio giocava a pallone con il figlio del mio ex titolare…E per lui non poteva aver fatto nulla di sbagliato!! Per l’ispettorato del lavoro avrei dovuto impugnare il licenziamento ed a quel punto avevano ragione di muoversi….
      Purtroppo esistono commercialisti abbastanza preparati e fatta la legge, trovato l’inganno….

    • Grazie ma la mia titolare ha giocato sporco, ha cessato l’attività il giorno stesso della mia dpp, e ha riaperto il giorno dopo con un altro nome… Quindi c’è poco da fare…..

    • Dai sembra la mia storia.E poi non è facile .certo si può ricorrere a un avvocato ma a parte che la ditta se ne inventano una sempre nuova ma poi come si lavora in un posto che ti ostacola a ti è ostile?

    • Cara Marta, in caso di contratto a termine non vi è un obbligo di rinnovo dello stesso e pertanto la decisione è di volta in volta discrezionale. E’ l’azienda a decidere se mantenere la risorsa o meno: però la gravidanza dà diritto a fruire delle ordinarie tutele previste dalla legge e quindi, se all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza non saranno trascorsi più di 60 giorni dalla scadenza del contratto, potrà percepire l’ordinaria indennità di maternità, mentre se saranno passati più di 60 giorni potrà percepirla se nel frattempo avrà avuto diritto all’ordinaria indennità di disoccupazione. In questo caso bisogna informarsi presso l’INPS, per capire se queste norme sono ancora valide o se nel frattempo è cambiato qualcosa 🙂

  3. E della pressione psicologica e mobbing da parte dei capi? E dei colleghi che ti guardano storto, soprattutto le donne che invece di essere solidali ti criticano come se a loro non capiterà mai di fare figli?