Cosa direi a una neomamma

Perché già sai, che non sarai regina per sempre. E ti accorgi che non ne faresti più a meno.

Perché piccola potresti andartene dalle mie mani”… canta Tiziano Ferro.

Se ti chiedessero: vorresti qualcuno che ti amerà come nessuno ha fatto o farà mai, che cercherà te come prima cosa al mattino, te come ultima la sera, che la notte, anche la notte aspetterà il tuo calore per essere rassicurato e non chiederà altro che essere tuo? Sarai onnipotente, o quasi, ogni tuo gesto di cura avrà il valore di un miracolo, basterà così poco, e sarai speciale, unica, insostituibile. Null’altro dovrai che esserci: prenderti cura di lui.

Chi direbbe di no?

Sarai una regina.

Sarai il centro di un mondo che non conoscevi, sarai sulle labbra del tuo bimbo come latte, come gemito, come riso e come verso. Sarai sulla sua bocca nei primi mamma. Nei suoi pensieri e nei suoi sogni. Sarai nei disegni, nei lavoretti dell’asilo, in un pupazzetto di didò, per te sarà la tazzina di tè che ha preparato, per te la conquista di uno scalino, il primo salto, il primo calcio a un pallone. Per i tuoi occhi, per omaggiarti. Di te chiederà incessantemente.

Ti sentirai sola.

Eppure essere il centro di un mondo così nuovo a volte sarà difficile. E sarà difficile anche quando quel mondo lo conoscerai da un po’. Sarà sfiancante essere l’unica risposta a mille domande, l’unica persona adulta in una casa. L’unica che non può sottrarsi, non può rimandare, non può più permettersi di essere deliziosamente qualunque, fuori, per le strade di quell’altro mondo che chissà dov’è andato. Sempre un po’ più in là di quella che eri, che conoscevi, dei tuoi hobby e dei tuoi tempi che s’infilano a stento nelle giornate, nei sonnellini del piccolo.

Ti annoierai.

Allora il tempo scandito da gesti ripetitivi, dalle stesse presenze, tu, il piccolo, sarà lungo, certi giorni. Certi giorni sarà come navigare non sai verso dove, essere a mollo aspettando non sai cosa. Magari ti mancherà la progettualità con cui eri abituata a vivere, a costruire le settimane. Quando il massimo dei progetti sarà la meta di una passeggiata, addormentare il bimbo così puoi riposare, rispettare gli orari dei sonnellini, andare all’appuntamento dal pediatra.

Ti sentirai impotente.

Le volte che farai come sempre, e poi di più, e di più ancora, e non basterà.

Piangerai di sconforto. E piangerai di gioia. Riderai come non hai mai riso. Ti sorprenderai.

Ce la farai.

Capirai l’elasticità dei limiti, capirai che la maternità è vita e, come nella vita, hai sempre un’altra occasione, capirai oggi quello che ieri ti sfuggiva. Riuscirai oggi in ciò che ieri era incerto.

E mille, milioni di volte, capirai il tuo privilegio, penserai che non è così alto il prezzo, che le fatiche in fondo si perdono. Prendersi cura senza sosta di un piccolo che, senza sosta, ti ama e ti venera.

Finché il suo amore è così incontrastato, così assoluto. Perché già sai, che non sarai regina per sempre. E ti accorgi che non ne faresti più a meno.

Ed i giorni dapprima lontani saranno anni...

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