Allattare nella prima ora di vita è fondamentale

Sui benefici del latte materno non ci sono dubbi, e non dovrebbero esservi nemmeno polemiche. Allattare o meno il proprio bambino non è una questione di fortuna. Ma non lo è nemmeno di bravura. Non è una gara e non si vince niente se non una migliore salute del proprio piccolo. Proprio per garantire la salute dei nuovi nati l’OMS si batte da tempo ormai per rieducare la donna alla pratica dell’allattamento naturale, pratica che, complici deleterie azioni di marketing dagli anni ’70 in poi, è stata letteralmente polverizzata a favore della formula.

Rieducare alla pratica dell’allattamento naturale

Sono soprattutto i paesi poveri ad avere maggior bisogno di ricevere supporto per riavvicinarsi all’allattamento al seno, ovvero quei luoghi in cui è ancora troppo alta la mortalità infantile. Nella prima settimana di agosto si è svolta la settimana dell’allattamento, un incontro a carattere mondiale dove si fa il punto sulla situazione. Ebbene, oltre a trovare conferma ai numerosi studi svolti sull’allattamento naturale che predispone il bambino a uno stato di salute meno precario, si è anche dovuto prendere atto di alcuni numeri non esattamente confortanti.

L’allattamento aiuta il neonato fin da subito contro le infezioni

Proprio in questi paesi ad alto rischio di malattie per scarse condizioni igieniche, epidemie e infezioni, non si allatta subito dopo la nascita del bambino, vale a dire entro la prima ora di vita del bambino. Perché questo è importante? Perché proprio durante questa prima ora di vita del neonato allattare significa diminuire il rischio di infezioni e patologie. Inoltre, somministrare surrogati del latte materno durante la prima ora di vita significa, molto spesso, compromettere l’allattamento stesso.

Insomma, non si tratta di un dettaglio trascurabile e a oggi sarebbero circa la metà i bambini allattati al seno durante la prima ora di vita dalla nascita. Anche da noi le cose non vanno benissimo, sebbene la tendenza stia cambiando, complici i numerosi parti con taglio cesareo, le mamme sono scoraggiate dall’attaccare subito il bambino come invece per natura dovrebbe essere. L’OMS si ripropone quindi di incentivare, informare e dare assistenza in questi paesi in difficoltà, ma anche qui in Italia un supporto più capillare per le neo-mamme sarebbe auspicabile.

147 commenti

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  1. Se capiti nell’ospedale di Salerno, vedi tuo figlio il giorno dopo il parto, e lo vedi potendo accedere ogni tre ore al nido (nutrito già di latte artificiale) perché non te lo portano in camera!
    Il che mi ha procurato non pochi danni con l’avvio dell’allattamento e non pochi danni con il carattere del bambino: agitato e mammone a più non posso!
    Sono da denuncia!!!

  2. All’ospedale di Latina invece una volta partorito te lo fanno attaccare al seno per cinque minuti,poi vanno a lavarlo e lo visitano x tre ore più o meno! E nel mentre noi neo mamme ci mettono in una stanza da sole a farci riposare!

  3. Anche io ho attaccato la mia bambina perché è nata di sera e me l hanno portata il giorno dopo. Nessuno in ospedale mi ha detto cosa e come fare infatti è stato difficile all inizio visto che non riusciva ad attaccarsi senza paracapezzoli. Ho dato subito l aggiunta perche a parere loro avevo poco latte e ad oggi ha due mesi e mangia sia da me che dal biberon. Peccato avrei preferito solo il seno