Pianto dei neonati: perché quelli italiani piangono più dei danesi?

Udite udite mamme: il pianto dei neonati si differenzia, per durata e intensità, in base alla nazionalità.

Dalle prime classifiche mondiali del pianto dei neonati realizzate dall’University of Warwick e pubblicate sul The Journal of Pediatrics è infatti emerso che, nei primi tre mesi di vita, i neonati italiani, inglesi, canadesi e olandesi piangono più dei coetanei danesi, tedeschi e giapponesi. Nel nostro caso le responsabili potrebbero essere le colichette che colpiscono il 20,9% dei neonati italiani contro una media dell’11,5% dei bebè degli altri paesi.

Ma a cosa è dovuta questa differenza? Scopriamolo insieme.

I fattori che influenzano il pianto dei neonati italiani

Diversi studi hanno dimostrato che un alto livello di stress in gravidanza è correlato con un incremento delle coliche e del pianto del bambino. Di conseguenza, il pianto dei neonati potrebbe essere strettamente legato al modo in cui le loro mamme hanno vissuto la gravidanza, non tanto dal punto di vista fisico quanto psicoemotivo. Ad esempio, oggigiorno la maggior parte delle mamme italiane non riesce a vivere serenamente il periodo della gravidanza a causa non solo di problemi lavorativi, ma anche della mancanza e/o carenza di indennizzi destinati alla maternità che, come sappiamo, generano alti livelli di ansia e stress che influenzano la vita intrauterina. Cosa che invece non accade in Danimarca, dove le mamme si rivelano inevitabilmente più rilassate sia prima che dopo il parto.

Un’altra questione importantissima è legata all’allattamento al seno, la cui pratica riduce le coliche gassose e rafforza il contatto con la madre limitando, di riflesso, il pianto del bebè. Peccato però che rispetto agli altri paesi europei l’Italia non brilli affatto per numero di neonati allattati al seno.

Consigli per ridurre il pianto dei neonati

Per ridurre il pianto dei neonati è fondamentale:

  • favorire il contatto fisico prendendoli in braccio e praticando leggeri massaggi alla schiena, ai piedi e al pancino;
  • mantenere la calma, poiché lo stato d’animo dei genitori influenza fortemente i piccoli;
  • privilegiare, se possibile, l’allattamento al seno.

Infine, alla luce di quanto detto in precedenza, è buona regola vivere serenamente l’intera gravidanza al fine di limitare il passaggio del cortisolo attraverso la placenta.

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