Papilloma virus: può dare problemi in gravidanza?

La Papillomatosi o HPV (Human Papilloma Virus) è una patologia prettamente femminile ad alto contagio, provocato da un virus appartenete alla famiglia dei Papillomavirus, di solito trasmessa per via sessuale a causa di rapporti non protetti, dove l’uomo funge da vettore dell’infezione. Questo tipo di infezione può decorrere in maniera del tutto silente, senza alcuna sintomatologia conclamata e addirittura guarire spontaneamente, oppure può manifestarsi clinicamente ed esacerbare, in alcuni casi, anche in tumori della cervice e del collo dell’utero.

I sintomi ad esso associati sono rappresentati dalla formazione di piccole escrescenze della pelle o delle mucose, lesioni che possono regredire senza alcun trattamento oppure progredire in alterazioni cellulari della mucosa; per questo motivo è necessario fare una visita ginecologica colposcopica, tramite la quale si evidenziano visivamente alterazioni ascrivibili all’infezione. Nel caso in cui queste alterazioni siano presenti, si procede con un esame specifico, il PAP-Test, tramite il quale è possibile verificare l’eventuale presenza del virus da un lato, e l’eventuale evoluzione in tumore delle cellule dall’altro, stadiando così la degenerazione cellulare. In seguito si interviene chirurgicamente per asportare la porzione interessata dalla trasformazione tumorale.

Esiste oggi peraltro un vaccino che ne riduce l’insorgenza e che previene l’infezione di alcuni ceppi di questa famiglia di virus, ma passaggio fondamentale è, soprattutto, la protezione durante le esperienze sessuali. L’inconveniente di tale vaccino è di non poter essere effettuato in gravidanza o quando se ne progetta una a breve, in quanto risulta dannoso per il feto. In generale, comunque, l’HPV non arreca danni nè in corso di gestazione, nè al feto, neanche in presenza di verruche vulvari o perineali, a meno che quest’ultime non siano a tal punto grandi da impedire meccanicamente il passaggio del nascituro dal canale del parto. Poichè l’HPV genitale non causa problemi durante la gravidanza eventuali trattamenti di criochirurgia, laser o elettrobisturi possono essere rimandati dopo il parto così come la biopsia cervicale per rimuovere cellule anomale riscontrate durante esami della cervice.

Esiste però la possibilità che il neonato presenti condilomi laringei, infatti è stato riscontrato il virus nel liquido amniotico, ottenendo così un’infezione materno-fetale diretta, per cui è escluso che il parto cesareo riduca o elimini le possibilità di trasmissione. Un’infezione pregressa non limita, nè impedisce una gravidanza futura poiché qualsiasi trattamento o intervento effettuato per curarla, è finalizzato a mantenere integro e funzionale l’apparato genitale inferiore, escludendo così complicazioni in corso di parto naturale. Come sempre la prevenzione rappresenta il miglior metodo per evitare qualsiasi complicazione in corso di gestazione.

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