Sei una mamma fortunata“, mi dicono.. “Perché tuo figlio non ti ha mai fatto passare una notte in bianco, né ti ha mai sputato il mangiare in faccia. E si è subito tolto il pannolino.

Qualche giorno fa per l’ennesima volta mi è stata ripetuta questa frase, che io trovo davvero poco felice. Per cominciare direi che mi sembra molto riduttivo valutare la fortuna di una madre su fatti come togliere il pannolino o svezzare.

Io penso che una mamma con la emme maiuscola sia tutt’altro e che le difficoltà di fronte le quali una madre si ritrova siano decisamente altre. Credo che la parte pratica della maternità sia più o meno alla portata di tutti, imboccare un bimbo o cambiargli il pannolino non sono attività che necessitano di alcuna specializzazione o di chissà quale grande esperienza.

Essere madre invece implica tutta una serie di qualità morali e caratteriali che inizialmente non tutte le mamme hanno.

Essere madre è prima di tutto mettersi da parte: una volta partorito, infatti, una madre deve dividere la sua vita in due porzioni, spesso e volentieri non eque.

Essere madre è comprendere, capire i bisogni del piccolo: capire se ha fame, se è di suo gradimento la pappa, se è davvero il caso di farlo mangiare o di farlo dormire così tanto di giorno.

Essere madre è essere incline sempre a nuove conoscenze mediche, farmaceutiche, culinarie e sanitarie.

Essere madre è sapere sopportare con forza dolori, ansie, dubbi e capricci.

Essere madre è accontentarsi, di poco tempo, di poco spazio…

Essere madre è soprattutto pazientare: questa secondo me è una delle più importanti, la capacità di stringere i denti e non perdere la calma, fare un bel respiro e riprovare.

Essere madre è riuscire a giudicare in maniera imparziale certi suoi comportamenti per capire se sono dettati dall’ingenuità o dalla presunzione.

Essere madre è tutto questo e tantissimo altro.

Quando ho partorito ricordo di aver provato una paura assurda, perché vedevo il mio piccolo così fragile e indifeso e pensavo che mai sarei stata in grado di accudirlo. Presto ho capito che cambiare un pannolino non era altro che la cosa più facile che avrei dovuto fare. Quella più difficile invece era ed è amarlo, amarlo di un amore puro, senza limiti e senza misure. Ma anche senza egoismo e aspettative, rispettando sempre la sua personalità. Insomma amarlo come solo una madre può fare ma senza soffocarlo.

Quindi, in conclusione, a chi mi dice che sono stata una madre fortunata rispondo che sì, lo sono stata davvero, perché non ho mai saltato una notte di sonno  e non mi sono mai ritrovata la faccia e i vestiti pieni di pappa. Ma a loro dico anche che la mia fortuna più grande è stata quella di non aver mai preteso di sapere grandi cose, imparando CON lui tutto quello che c’è da sapere. E spesso ho continuato ad amarlo in silenzio, lasciandolo libero di impiegare il suo tempo come più preferisce e permettendogli la sera nanne serene e soddisfatte.

2 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. Bellissime parole ma fidati che tante altre mamme Hanna mato in silenzio lasciando impiegare il tempo come preferivano ma non hanno ottenuto nussuna nanna tranquilla…