Zuccheri del latte materno: scoperta una nuova classe di agenti antibatterici

Secondo alcune ricerche sembrerebbe che gli zuccheri contenuti nel latte materno rappresentino una nuova classe di agenti antibatterici.

Fino ad ora gli studiosi si sono concentrati sulle proteine presenti nel latte umano, mentre ad avere un ruolo principale sembrerebbero essere i carboidrati.

Zuccheri nel latte materno: quali sono i risultati delle ricerche

Tutti sono a conoscenza del fatto che al giorno d’oggi il latte materno, che consiste in una miscela complessa e in continua evoluzione di proteine, grassi e zuccheri, rappresenta una fonte preziosa per i bambini dal momento che li protegge da eventuali infezioni batteriche.

Questa importante proprietà in passato veniva attribuita alle proteine che il latte materno contiene, mentre oggi alcune ricerche sviluppate dalla Vanderbilt University hanno scoperto che ci sono dei carboidrati all’interno del latte materno che non solo possiedono proprietà antibatteriche, ma aumentano anche l’efficacia delle proteine ​​antibatteriche presenti.

Carboidrati nel latte materno: da cosa nasce la ricerca

La motivazione di base per la ricerca era il crescente problema della resistenza batterica agli antibiotici, che le stime del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie causano 23.000 morti ogni anno.

Gli studiosi, capitanati da Steven Townsend, hanno cominciato così a sviluppare questa ricerca per cercare di eliminare i batteri infettivi e in particolare lo streptococco, una delle principali cause di infezioni per i bambini di tutto il mondo.

La svolta è stata quando invece di cercare le proteine gli studiosi si sono concentrati sui carboidrati. Pertanto sono stati analizzati dei campioni di carboidrati presenti nel latte umano, chiamati oligosaccaridi, e dagli esami è emerso che essi sono in grado non solo di uccidere efficacemente i batteri ma anche di abbattere i biofilm che creano per la loro protezione.

© Vanderbilt University

L’immagine ravvicinata a sinistra illustra infatti come i batteri dello streptococco si raggruppano normalmente per formare un biofilm protettivo. L’immagine di destra mostra che il biofilm si rompe quando una coltura di streptococco viene a contatto con zuccheri del latte materno, rendendoli così più esposti agli agenti antibatterici.

“I nostri risultati mostrano che questi zuccheri compiono un duplice attacco – ha dichiarato Townsend –“in primo luogo, sensibilizzano i batteri bersaglio e poi li uccidono, In biologia questa viene chiamata ‘Synthetic Lethality’ e questa scoperta getta le basi per sviluppare nuovi farmaci antimicrobici con questa capacità.”

Tale ricerca è stata avviata dal Department of Veterans Affairs, dal National Institutes of Health, dal Vanderbilt Institute of Chemical Biology e ha visto la partecipazione di importanti studiosi come Ryan Doster, l’assistente alla cattedra di medicina Jennifer Gaddy e il professore associato di microbiologia, patologia e immunologia David Aronoff.

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