Virus Sinciziale: allo studio uno sciroppo per bloccare la malattia

Gli scienziati del San Matteo di Pavia testano uno sciroppo per curare il virus sinciziale

Dal Policlinico San Matteo di Pavia arriva la speranza di poter curare il virus sinciziale (VRS) con uno sciroppo. Lo studio ha coinvolto 5 bambini che stanno sperimentando la nuova terapia farmacologica, mentre il Paese sta affrontando un’ondata di infezioni superiore alla media. Il virus sinciziale, che generalmente si diffonde in inverno, quest’anno è arrivato in anticipo ed è molto più aggressivo, infatti ha costretto al ricovero negli ospedali pediatrici del Paese molti piccoli.

Tra l’altro è di ieri la notizia che due neonati, di 5 e 11 mesi, siano morti proprio a causa di questo virus. In corso le autopsie per fare chiarezza.

Uno sciroppo contro l’infezione da VRS

Il nuovo farmaco contiene una molecola che, secondo gli scienziati, potrebbe bloccare il VRS evitando che il virus si leghi al suo recettore. Il professor Gian Luigi Marseglia, primario di Pediatria del San Matteo di Pavia sta lavorando al progetto e spiega che lo sciroppo contro il VRS è già stato somministrato a 5 bambini volontari. Lo studio evidenzia che i piccoli tollerano piuttosto bene il farmaco somministrato per bocca, inoltre ha un sapore gradevole e non comporta particolari effetti collaterali.

La ricerca non è ancora conclusa, ma l’indagine rappresenta un progresso nella lotta alla malattia che non aveva circolato in modo significativo lo scorso inverno. Le misure di prevenzione della pandemia da Covid-19, infatti hanno avuto un impatto positivo anche nei confronti di tutte le altre infezioni respiratorie, ma quest’autunno il VRS è tornato a colpire. Il virus infiamma le vie respiratorie inferiori e superiori e in qualche caso degenera in bronchiti e polmoniti, che possono presentare anche diverse complicanze. Nel Paese infatti si registrano già un decesso in Campania, un piccolo di 5 anni e un neonato di 11 mesi in Liguria. A essere più colpiti sono i più piccoli fino a 5 anni, e anche se nella maggioranza dei casi non necessita di cure ospedaliere, può essere molto pericoloso per i nati prematuri e bambini più fragili.

I rischi per adulti e le prospettive della ricerca

L’infezione non comporta l’immunità per cui ci si può contagiare nuovamente anche da adulti. La seconda infezione di norma, è più lieve della prima, ma può rappresentare un grande rischio anche per gli anziani e gli immunodepressi. Attualmente i medici utilizzano gli anticorpi monoclonali per i neonati, ma la terapia non sempre produce risultati. Entro l’estate invece, si aspettano i primi riscontri della sperimentazione che potrebbe rappresentare una rivoluzione nella lotta contro il VRS per curare adulti e bambini.

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