Un gatto in casa fa bene per i bambini autistici

La notizia, frutto di una ricerca in ambito psicologico e pedagogico, è uscita in questi giorni: tenere come animale d’affezione e compagnia un gattino aiuta i bambini autistici ad aprirsi un po’ di più e a sentirsi responsabili, un piccolo passo nei confronti di una disabilità difficile da capire.

La pet terapy ora è realtà anche nell’autismo

Un disturbo della sfera sociale profondo e spesso invalicabile come l’autismo, il più delle volte non prevede una risoluzione dello stato di chiusura dei bambini affetti da questa disabilità, ma alcuni accorgimenti ne possono rendere migliore l’esistenza e la comunicazione, anche non esplicita.

Una recente indagine, frutto di una profonda ricerca in ambiti di pet terapy, pubblicata sulla rivista Frontiers of Veterinary Medicine, ha infatti dimostrato quali siano i benefici di possedere un animale d’affezione in casa, nello specifico un gatto.

Ovviamente per le forme di autismo più profonde, le barriere relazionali sono spesso bastioni mentali difficilmente valicabili, ma in situazioni di forme leggere d’autismo, la presenza di un gattino da coccolare e accudire, aiuta questi bimbi a superare le proprie chiusure.

Un’indagine empirica

In ambito psicologico difficilmente le ricerche avvengono con metodologie scientifiche e mediche: le forme empiriche in questi casi sono le migliori vie verso la determinazioni di percentuali che nel complesso confermano teorie e ipotesi, quindi il risultato si rivela nella statistica.

E’ stato così anche nel caso di questa ricerca, ponendo domande e intervistando sia 64 famiglie con bambini i quali presentavano un autismo lieve o moderato e 44 famiglie con autismi più profondi.

Le risposte dei genitori di questi bambini hanno comunque nel complesso confermato che, nel silenzio del solo contatto il micio, la semplice presenza e lo stimolo ad occuparsi di lui rivelano un input nei bambini coinvolgendo la loro forma di comunicazione più immediata, quella empatica, non lessicale.

Il consiglio dei veterinari, congiuntamente agli psicologi, è quello di scegliere comunque un micio predisposto, con un carattere dolce e paziente, affabile e in grado di spronare con l’affetto e la tendenza alle coccole i bambini legati ai disturbi di comunicazione, autismi più o meno gravi, non importa.

Un passo avanti verso nuove scoperte al fine di rendere più serena la vita di questi sfortunati bimbi chiusi in un mondo che non riusciamo a penetrare se non attraverso forme di comunicazione diverse e non convenzionali.

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