Parto indolore? A Torino la partoanalgesia è una chimera

Nonostante il parto indolore sia un diritto della partoriente, e sia in aumento il numero di donne che ne fanno richiesta, sembra che in provincia di Torino la partoanalgesia sia ancora una chimera.

Partoanalgesia gratuita: garantita solo al Sant’Anna

Le uniche fortunate, a quanto pare, sono le future mamme che decidono di partorire al Sant’Anna di Torino. Qui è garantita la partoanalgesia gratuita con epidurale a chiunque ne faccia richiesta, con un anestesista disponibile 7 giorni alla settimana, 24 ore su 24.

A Moncalieri e a Chieri, invece, è possibile avere l’epidurale solo “per necessità clinica“, mentre al Mauriziano, al Maria Vittoria e al Martini si è deciso di puntare sul protossido di azoto che, pur se efficace, non lo è quanto l’anestesia peridurale.

 La bandiera nera, nel campo della parto analgesia, va agli ospedali di Rivoli, Pinerolo, Chivasso, Ciriè e Ivrea, dove l’anestesia peridurale non è garantita in nessun caso se non, ovviamente, per chi deve sottoporsi al cesareo.

Un problema di costi per garantire la partoanalgesia

A quanto pare, non è bastata la riduzione dei punti nascita operata secondo il criterio del volume delle nascite (i punti nascita con meno di 1000 parti all’anno sono stati chiusi o accorpati con altri più grandi), per rendere più efficiente il sistema, perché il problema della parto analgesia permane. Ed è diffuso a tutta la regione, non  limitato solamente alla provincia di Torino.

Il Sant’Anna può garantire un servizio così efficiente perché il numero di parti che avvengono in questa struttura è quantificabile su circa 7000 all’anno, quasi sette volte in più rispetto agli altri punti nascita. Che per offrire lo stesso servizio dovrebbero avere un turno dedicato di anestesisti. E aggiungere altro personale, si sa, comporta una spesa piuttosto elevata. Per questo alcuni ospedali hanno deciso di abolire del tutto il servizio, anche quello a pagamento, oppure di adottare l’analgesia con il protossido di azoto.

Una situazione paradossale, alla quale la regione dovrà presto porre rimedio, dal momento che l’anestesia peridurale è stata inserita nei servizi di base garantiti dai nuovi Lea.

116 commenti

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  1. Ho partorito il mio primo bimbo nel 2015 e il secondo nel 2016, entrambi i parti con epidurale e grazie a dio che esistono gli anestesisti…….xke rinunciare a vivere con meno sofferenza questo momento magnifico……?????

  2. Anche a Taranto idem,ve lo assicura una che ha fatto 36 ore di travaglio e ha avuto l ossitocina su preghiera in ginocchio alla 33esima ora di travaglio,quando ormai ero sfinita!almeno la soddisfazione di avercela fatta da sola senza nessuna manovra ne altro!!!

  3. Io ho avuto due parti uno normale e uno con l’analgesia……viva l’analgesia …….non ti toglie nulla delle fasi del parto….non ho avuto nessun problema post parto….ripeto evviva l analgesia…..

  4. MA ANDATE A CAGARE …..
    MIA NONNA PARTORI MIA MADRE INMEZZO ALLA CAMPAGNIA DA SOLA SENZA ANESTESIE OSTRETICHE E SALA PARTO.
    QUESTE SONO DONNE NO TUTTE STE FINOCCHIE CHE SVEGLIO NO AL PRIMO DOLORE.

  5. Ma dopo 32 ore di travaglio la chiedi è come….Sé c’é ma ben venga ero esausta, certo che ê bello al naturale ma quando sono troppe le ore hai bisognio di un aiuto per riprenderti

  6. Anche in provincia di Bari dove ho partorito io, non fanno assolutamente epidurale facendo parte di un ente ecclesiastico (uno dei migliori ospedale con UTIN ecc) e quindii non ho potuto scegliere, per fortuna che il travaglio e parto sono durati in tutto 3-4 ore