Stimolare il cervello dei bambini, ma senza esagerare

Quando si dice non saper cosa fare, non si tratta di un eufemismo. Nuove ricerche, ultime tra le tante pubblicate in questo periodo, hanno messo in  evidenza come il cervello del bambino si sviluppi prima dell’età delle materne, tra i 2 e i 4 anni, e che quindi, per avere un individuo con una buona memoria nel tempo, il bambino debba essere stimolato in modo da sviluppare l’ippocampo.

Senza stimoli, il cervello del bambino non si sviluppa

Davanti a questa nuova scoperta, i genitori si trovano davanti a un bivio ed è lecito per loro pensare “Ma come, ci hanno detto che oggi buona parte dei bambini soffre di disturbi dell’apprendimento perché sono esposti a troppi stimoli e poi ci dicono che dobbiamo stimolarli fin da subito?”.

Bene, facciamo un po’ di chiarezza.

Vediamo intanto cosa è emerso dallo studio pubblicato su Nature Neuroscience, coordinato dalla dottoressa Cristina Alberini, italiana, e professoressa nel Center for Neural Science della NY University.

Sembra che dalla ricerca sia emerso che se il cervello del bambino non viene stimolato prima delle materne, il sistema nervoso potrebbe non svilupparsi come dovrebbe, quindi, senza sviluppare le funzioni mnemoniche e di apprendimento.

Attenzione però, perché per stimoli non s’intende certo piazzare il bambino davanti alla televisione, che anzi è sconsigliata, o alla mercé di device elettronici. In realtà sono quelli gli stimoli meno efficaci e più dannosi per il bambino.

Come stimolare correttamente il cervello dei bambini

Per stimolare il sistema nervoso che si sta sviluppando, occorrono invece due ingredienti fondamentali: tempo e pazienza.

Infatti gli stimoli utili sono quelli di una volta: leggere racconti, far vedere libri illustrati, volti nuovi, ripetere filastrocche, come quelle che ci insegnavano le nostre nonne e, perché no, anche nel loro dialetto!

Tutte queste cose, infatti, andrebbero a stimolare la memoria chiamata “dichiarativa”, ovvero, quella caratterizzata da stimoli in cui le domande che ci si pone sono “chi”, “cosa”, “dove”, “quando”.

Il modo migliore per svilupparla è quindi sottoporre i bambini alle attività menzionate e poi chiedere loro di riferire quanto detto o fatto.

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