Senso del pudore: rispettare l’intimità dei nostri bambini

Sono molti i genitori che per abitudine cambiano il proprio piccolo senza preoccuparsi della presenza di altre persone in casa oppure gli fanno il bagnetto insieme ad amici o familiari.

Non sempre viene salvaguardata la sua nudità, perché siamo abituati a pensare che i bambini piccoli non abbiano il senso del pudore.

In realtà non è proprio così, per questo c’è da prestare un po’ di attenzione prima di spogliare il piccolo davanti agli estranei o nello svestirsi e rimanere nudi in sua presenza.

Secondo alcuni recenti studi questi comportamenti non andrebbero praticati con troppa leggerezza, ma si dovrebbe invece capire che la nudità può essere una fonte di paura e imbarazzo anche nei più piccoli.

Quando inizia il senso del pudore nei bambini

Secondo alcuni esperti, i bambini possono cominciare ad avvertire il pudore fin dall’età di tre anni, nel momento in cui scoprono le differenze sessuali tra maschi e femmine.

Può succedere che, quasi da un momento all’altro, un bambino non voglia più fare il bagnetto o spogliarsi di fronte agli estranei.

Questo comportamento è del tutto normale e non deve allarmare in alcun modo i genitori. I piccoli possono arrivare a provare un vero e proprio senso di vergogna, in particolare per quanto riguarda la zona dei genitali.

Per non creare confusione e aiutarlo nella scoperta del proprio corpo è importante seguire alcune regole.

Confronto con il corpo dei genitori

Sempre intorno ai 3 anni di età, i bambini possono iniziare ad avvertire un senso di vergogna e inadeguatezza nel vedere il corpo dei propri genitori.

Avere un confronto troppo diretto può provocare un vero e proprio sentimento di inferiorità, mettendo a serio rischio la fiducia che il piccolo ha in sé stesso.

Un altro effetto potrebbe invece portare alla sovreccitazione della sessualità, argomento molto delicato in questa fase della vita. Per questo è fondamentale anche in questo caso conoscere le conseguenze di certe azioni.

Quali regole si devono seguire?

Per non creare imbarazzo nel bambino e fargli vivere questo momento il più serenamente possibile, la regola principale da seguire è non creare confusione.

Anche cercando di mascherare i nostri sentimenti, i più piccoli sono in grado di avvertire lo stato d’animo degli adulti dal loro comportamento.

Per questo è importante non fingere, è sempre meglio non mostrarsi senza vestiti piuttosto che farlo ma sentendosi imbarazzati.

Allo stesso modo, è preferibile non spogliare il bambino di fronte agli estranei se questo crea vergogna in primis per i genitori, perché questo atteggiamento potrebbe trasferirsi con facilità anche al bambino. Comportarsi come riteniamo giusto senza fingere è la scelta migliore.

Il rapporto con la mamma

I bambini piccoli non riescono a distinguere le differenze tra il proprio corpo e quello della loro mamma. Anche in questo caso, l’età in cui avviene questa nuova consapevolezza è intorno a 3-4 anni, quando c’è il massimo della curiosità e la volontà di esplorare cose nuove è al massimo.

Spesso questo desiderio non è frenato dal senso di vergogna o del pudore, spingendo i bambini a toccare il proprio corpo e quello degli altri senza alcuno scopo preciso se non quello della conoscenza.

Se ciò avviene i genitori non devono mostrarsi imbarazzati e tanto meno irritati, ma devono comprendere che si tratta di una atteggiamento normale per l’età.

Età dell’Edipo

Va inoltre considerato che questi sono gli anni della fase edipica, in cui non è raro che il bambino si avvicini maggiormente al genitore di sesso opposto.

Le bambine cercano de sedurre il padre, mente i bambini corteggiano la madre.

Anche in questo caso comportamenti del genere sono del tutto naturali. L’amore per il padre o la madre finisce intorno all’età di 7 anni. Da quel momento in poi l’affermazione della propria identità sessuale avviene in contesti esterni, come la scuola, e non più in famiglia.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *