L’ecografia neonatale delle anche: cos’è e a cosa serve

L’ecografia neonatale serve a verificare l’eventuale presenza di una displasia congenita (DCA), anche nota come lussazione congenita dell’anca (LCA).

L’ecografia neonatale delle anche è un esame del tutto innocuo, ma assolutamente fondamentale, in quanto serve a verificare l’eventuale presenza di una displasia congenita (DCA), anche nota come lussazione congenita dell’anca (LCA).

Quest’ultima consiste in uno sviluppo anomalo dell’articolazione coxofemorale con esiti talora invalidanti. Ricordiamo che questa patologia, che colpisce più le femminucce che i maschietti (il rapporto è di 5 a 1), è di tipo ereditario poligenico, ovvero è determinata dall’azione congiunta di diversi geni.

Ecografia delle anche: quando farla e come avviene

Questo controllo, che va effettuato tra il secondo e il terzo mese di vita (in ogni caso non oltre il quarto) e che rientra negli esami di routine dello screening neonatale, sfrutta la tecnica degli ultrasuoni, ovvero la medesima utilizzata per visualizzare il feto nel ventre materno.

L’ecografia deve essere eseguita da un operatore esperto al fine di individuare eventuali anomalie della morfologia delle anche, alcune delle quali possono essere facilmente risolte.

Oltre alla displasia evolutiva dell’anca, infatti, esistono altre affezioni di minore entità che possono comunque essere rilevate dallo stesso esame diagnostico.

L’ecografia all’anca è consigliata a tutti i neonati in generale, ma è assolutamente necessaria per coloro che sono nati con parto podalico o comunque difficoltoso o qualora siano presenti in famiglia casi di lussazione congenita dell’anca. Se dall’ecografia non emergesse chiaramente il nucleo di ossificazione, è necessario ripeterla nei mesi successivi.

Una diagnosi precoce, lo ricordiamo, consente di contrastare efficacemente la displasia e di evitare al bambino problemi rilevanti nella propria vita da adulto.

Manovra di Ortolani

Prima ancora dell’ecografia alle anche, il pediatra esegue la cosiddetta manovra di Ortolani (dal nome del pediatra ferrarese che la inventò nel 1936), la quale viene effettuata in pochi minuti e rientra nella categoria delle diagnosi cliniche, ovvero di quelle che si basano sull’esame diretto del paziente.

In caso di positività alla manovra di Ortolani si procede con l’ecografia per ulteriori approfondimenti.

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