La tenda degli abbracci: il regalo di Natale per i piccoli ricoverati dal San Raffaele

All’Ospedale IRCCS San Raffaele di Roma in occasione delle festività natalizie è stata installata una tenda degli abbracci per consentire ai bambini ricoverati di tornare ad avere un contatto fisico con i propri parenti, cosa altrimenti impossibile in questi tempi segnati dalle stringenti normative anti Coronavirus.

Abbracci: desiderio espresso nelle letterine a Babbo Natale

Molti dei piccoli pazienti del reparto di riabilitazione pediatrica del nosocomio romano avevano scritto questo sogno nelle loro richieste a Babbo Natale e Amalia Allocca, direttrice del San Raffaele, ha avuto questa tenera idea.

Ha fatto realizzare un’esclusiva tenda trasparente così da permettere un vero abbraccio tra i bimbi e i loro genitori, ed ha reclamizzato tra i giovanissimi pazienti il fatto che l’abbia consegnata il barbuto signore vestito di rosso in risposta alle tante letterine ricevute sull’argomento.

Perfettamente inutile sottolineare il travolgente successo dell’iniziativa: file interminabili di genitori, fratelli, nonni e parenti davanti alla tenda che ha donato abbracci sognati per lungo tempo dagli sfortunati bambini.

Il San Raffaele non cura solo il corpo ma anche la mente

Il più grande tra i desideri natalizi dei piccoli – afferma la dirigente Allocca – era certamente la voglia di riabbracciare i genitori. Questa fantasia ricorreva in così tante lettere a Babbo Natale che abbiamo pensato a un modo per accontentarli, è nato così lo spunto per la tenda degli abbracci. Quando abbiamo visto le mamme infilare le braccia da un parte e i piccoli dall’altra, abbracciandosi felici, ci siamo commossi. Un abbraccio è un’autentica iniezione di fiducia per tutti”

In questo anno che ricorderemo a lungo per la pandemia del Covid, i sanitari del San Raffaele hanno confermato una volta di più quanto sia importante curare anche la componente mentale insieme ai problemi fisici dei ricoverati. E questo aspetto diventa ancora più importante quando i pazienti sono i nostri bimbi.

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