L’istinto del neonato che aiuta la sopravvivenza

Quando si parla di neonati si tende a pensare, giustamente, a creature fragili, indifese e incoscienti di ciò che fanno o dicono. Le mamme lo sanno bene: ogni figlio deve essere adeguatamente protetto dai mali del mondo, va nutrito e curato e bisogna garantirgli una vita felice sin dai primi battiti del cuore.

Tuttavia, osservare attentamente il comportamento dei neonati in alcune situazioni può risultare sorprendente e affascinante. Per quanto essi non siano ancora in grado di realizzare dei collegamenti logici, l’istinto di sopravvivenza ereditato dagli antenati, e una buona dose di chimica (grazie a un complesso gioco di ormoni), svolgono un ruolo fondamentale nel determinare i movimenti del bambino. Il tutto è reso ancor più affascinante dal fatto che attualmente non conosciamo tutte le reazioni istintive, ma la scienza potrebbe presto dare delle risposte.

Ecco dunque una serie di delicate ma sorprendenti reazioni che un neonato mette in atto grazie solo al suo istinto.

Istinto principale del neonato: alla ricerca del cibo

Come tutti i cuccioli, anche il neonato svolge principalmente due azioni: mangiare e dormire. L’esigenza del cibo è spiegata dal fatto che il neonato ha bisogno di accumulare sostanze nutritive indispensabili per la crescita del corpo e lo sviluppo di organi, mentre le molte ore di sonno si spiegano con l’istinto dell’organismo che obbliga al riposo per non sprecare inutilmente energie, il che è sorprendente.

Ancor più affascinante è come il bambino, senza avere ancora una buona percezione dei sensi, vada alla ricerca del cibo e riesca a trovarlo se messo in contatto con la pelle della madre e lasciato libero di agire: grazie al suo olfatto sensibile, infatti, riesce a percepire l’odore del latte materno, e sembrerebbe essere più attratto dal capezzolo, più scuro del seno. Oltretutto, nell’ambito della suzione del latte, il neonato è in grado di svolgere un movimento mascellare anche senza che nessuno glielo abbia insegnato, e si stacca da solo quando è sazio.

Il comportamento attivo nella nascita del neonato

Alcune ricerche sembrano dimostrare che il bambino sa quando è giunto il momento di venire alla luce. È stato infatti osservato che, in corrispondenza del momento del parto e grazie alle spinte della madre, il piccolo attribuisca spontaneamente al proprio corpo una forma in grado di facilitare l’uscita. I movimenti, ad esempio, comprendono la rotazione.

La reazione a situazioni di potenziale pericolo del neonato

A quale mamma non è capitato di aver fatto casualmente cadere un oggetto, e di aver perciò provocato il pianto del proprio bambino? La reazione, per quanto a volte sia esasperante, in realtà è fondamentale: il neonato, in questo modo, sta comunicando e sta attirando l’attenzione del genitore, con la precisa intenzione di essere allontanato dal potenziale pericolo.

Questo dimostra quanto il neonato, seppur ancora privo di parola, comunichi con i genitori e con chi gli è intorno, secondo un linguaggio sicuramente arcaico, ma innato. È fondamentale interpretare in modo corretto e assecondare questi segnali, che sono indispensabili per la corretta esogestazione: si ritiene, infatti, che il neonato viva altri 9 mesi di gestazione (quindi di sviluppo) al di fuori della pancia della madre, durante i quali impari i principi fondamentali per vivere e ambientarsi correttamente nel mondo.

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