‘Irules’, un libro con le regole per i bambini iperconnessi

I genitori di oggi, rispetto a quelli di qualche decennio fa, si trovano davanti un nuovo problema nell’educazione dei figli, ovvero: come gestire la tecnologia

. Smartphone, tablet, notebook…sono tutti dispositivi utilissimi nella nostra vita quotidiana, che però nelle mani di bambini e ragazzini vanno usati con cautela

Non si tratta, infatti, di semplici videogiochi che, usati per un numero limitato e controllato di ore, hanno un solo modo d’utilizzo. Smartphone e simili hanno molti usi. Dal telefono, ai messaggi, alle chat, a internet, alle app… tutte funzionalità importantissime, ma potenzialmente dannose e pericolose, se usate da utenti troppo piccoli e per troppo tempo.

Per riuscire a rispondere in maniera intelligente alla classica affermazione: “mamma, voglio il cellulare!”, ecco che la blogger americana Janell Burley Hofmann (mamma di un figlio tredicenne), offre consigli pratici e concreti nel suo libro iRules, un manuale di sopravvivenza per genitori di figli iperconnessi, edito da Giunti.

Nel libro sono presenti 18 regole per un buon uso dell’iPhone, che ogni genitore deve tenere come linee guida nell’approccio con i propri figli.

Tra queste, ad esempio, il divieto di usarlo per dire cose offensive, o di portarlo a scuola, o ancora l’obbligo di metterlo in modalità “silenzioso” nei luoghi pubblici e così via. Alla base del manuale iRules, c’è la convinzione che la conversazione orale sia sempre da preferire alla comunicazione virtuale via sms o Whatsapp.

In particolare, la blogger americana insiste sulle modalità di gestione a scuola dello smartphone e dei nuovi dispositivi.

A scuola, infatti, va fatto un uso specifico delle nuove tecnologie: quello legato anzitutto all’apprendimento e allo sviluppo consapevole e graduale delle life skills. Gli insegnanti devono essere competenti o adeguatamente formati, e devono collaborare con i genitori, da un lato per proteggere i bambini dai potenziali pericoli della rete, e dall’altro per stilare un progetto didattico concreto in funzione di una buona educazione.

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