Gravidanza dopo i 40 anni, quali esami e controlli fare

Oggi le donne cercano una gravidanza sempre più tardi. Un po’ perché la vita media si è allungata, un po’ perché rispetto a prima le donne che si dedicano agli studi e a una carriera professionale sono aumentate in modo esponenziale, e mettere su famiglia non rientra tra le assolute priorità. Qualunque sia il motivo, comunque, l’età media in cui si cerca una gravidanza è dopo i 35 anni. Se da una parte questo implica una maggiore responsabilità da parte della mamma, dall’altra ci si ritrova a dover fronteggiare una serie di aspetti legati all’invecchiamento biologico che, sovente, non va di pari passo con i tempi moderni. Una gravidanza dopo i 40 anni, infatti, non deve mai essere sottovalutata.

Dopo i 40 anni la fertilità della donna cala, quindi riuscire a restare incinta non sempre è facile. Oltre a questo, ci sono molti più rischi per la sopravvivenza e salute del feto, più raramente della mamma. I controlli da fare sono quasi gli stessi consigliati per una gravidanza a 20 anni o 30, con alcune accortezze in più.

Durante il primo trimestre di gravidanza verranno prescritti gli esami del sangue e delle urine di routine, atte a verificare il gruppo sanguigno materno col fattore Rh, ma anche se si hanno gli anticorpi della rosolia o della toxoplasmosi. Si valuterà con maggiore attenzione la pressione sanguigna che, dopo i 40 anni potrebbe essere più alta rispetto a un’età inferiore. Se la mamma non è immune alla rosolia e alla toxoplasmosi dovrà ripetere questi esami anche nei successivi due trimestri.

Importanti poi gli esami di screening da eseguire per monitorare lo stato di salute del feto. Purtroppo dopo i 35 anni il rischio di malattie genetiche aumenta con l’aumentare dell’età materna. Per chi lo desidera, quindi, si consigliano villocentesi e amniocentesi, esami invasivi e non privi di rischi, ma che possono aiutare nella diagnosi pre natale. La villocentesi si esegue tra la 9° e la 11° settimana, l’amniocentesi tra la 14° e la 19° settimana.

Il rischio d’aborto è dell’1%, ma va detto che comunque esiste. Prima del parto andrà inoltre eseguito il tampone vaginale, per escludere la presenza dello streptococco agalactiae e l’esame Hiv. Non è invece fondamentale la translucenza nucale se si pensa di eseguire amniocentesi o villocentesi, così come non è necessario fare un’ecografia al mese.

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