Fino a quale età è giusto diventare mamme o papà?

Fino a quando è giusto provare a fare figli?
Non so se, un tempo, ci si facesse queste domande. Prima dei social, soprattutto. Oggi, non è raro imbattersi in domande del genere. Spesso, anche in forma anonima, sui forum, o su facebook, ed anche nei gruppi privati.

La forma anonima ti fa capire tutto. Ti fa capire quanto ci si senta alla berlina a porre un quesito così intimo, evidentemente pieno di dubbi, di fronte a chi ti può giudicare senza delicatezza o comprensione.

Lo sappiamo tutti, soprattutto noi donne, come la vita di oggi ci rallenti sotto il profilo professionale e familiare. Dopo la scuola o l’università, per molte di noi, nonostante talento, tenacia e preparazione, la vita ci pone ostacoli maggiori rispetto a quelli dei nostri compagni, procrastinando il momento in cui diventare indipendenti. Questo, inevitabilmente, influisce sulla scelta di quando e se diventare madri.

Ed allora capita di prendere questa decisione in tarda età.

Serene con noi stesse, consce del fatto che prima non abbiamo potuto, ci troviamo di fronte al bivio: ora o mai più. Perché si rischia che dopo sia davvero troppo tardi.

Quindi ci poniamo queste domande. Le poniamo ad una platea di estranee, sperando, in cuor nostro, in una risposta positiva. In un’esperienza positiva. Fino a quale età è giusto diventare mamme o papà? Fino a quando è giusto provare a fare figli?

Solo che, se è vero che non mancano esperienze positive, è vero anche che molte donne ci pongono un veto, e lo fanno senza delicatezza.

Fare un figlio alla tua età? Quando tua figlia sarà grande, tu sarai già vecchia! Devi ascoltare la biologia. Alla tua età non si può più. Ma non ci pensi a tuo figlio, con dei genitori già vecchi?

Le ho lette certe domande, come anche certe risposte. Mi sono messa nei panni di chi le poneva ma non in quelli di chi rispondeva.

Ogni giorno, ascolto e leggo storie di persone che sono arrivate a quel bivio e non sanno cosa fare. Oppure lo sanno, provano e vengono sostenute da una parte e criticate fortemente dall’altra.

Io ho sempre pensato che la maternità non si può davvero programmare, perché i fattori di cui tener conto sono davvero tanti. Bisogna essere in due a voler dei figli, bisogna essere anche delle persone stabili, serene, che si amano davvero, infine è necessario essere indipendenti economicamente come anche essere disposti a sacrificare un po’ di sé, quanto meno all’inizio.

Oggi, questi fattori non si possono dare per scontati, per cui il desiderio di diventare genitori o di avere più figli si può concretizzare mentre gli anni passano.

Chi ha tutto questo da “giovane” è sempre più un privilegiato, non si può negarlo. Per cui, quando leggo certe risposte, quelle più aspre, verso chi vuole o può fare un figlio intorno o dopo gli anta, mi dispiace.

Immagino, dall’altra parte, una donna che vuole diventare mamma, ora che è tutto pronto, tutto al suo posto, ma che ha tanti dubbi. Una persona che chiede Fino a quale età è giusto diventare mamme o papà? Fino a quando è giusto provare a fare figli? e che viene messa davanti ad una proiezione ruvida, troppo caustica, sul proprio futuro e su quello eventuale dei propri figli.

Qual è, se esiste, un limite alla maternità? Quando dobbiamo fermarci, se dobbiamo fermarci, nel caso in cui, nonostante la giovane età, il figlio non arrivi?

Perché, sempre più spesso, ci sono anche casi di giovani coppie che non riescono a diventare genitori.
Succedeva anche prima, ma non se ne parlava? Chissà!

Una cosa è certa, per noi donne (ma anche per i nostri compagni) la vita oggi è più complicata e certe cose, che possono, sulla carta, sembrare naturali, desideri facilmente realizzabili, non sempre lo sono.

Quando la maternità arriva è davvero un regalo, un dono. E questo privilegio non ci deve porre su un piedistallo ma spingerci ad essere migliori come persone. Consce del fatto che non tutti hanno avuto o avranno questa opportunità.

E allora prossima domanda anonima, che leggeremo su un social ricordiamolo che siamo state e stati fortunati. Non critichiamo, ma cerchiamo di capire.