Esami del secondo trimestre: l’ecografia morfologica

L’ecografia del secondo trimestre (meglio nota come ecografia morfologica) è la seconda delle tre ecografie eseguite routinariamente nel corso di una gravidanza normale e che fanno parte della cosiddetta diagnosi prenatale non invasiva.
Viene considerata di diritto la più importante delle tre ecografie (ecografia del primo trimestre, ecografia morfologica, ecografia del terzo trimestre), in quanto finalizzata sia ad un’accurata valutazione dell’anatomia fetale sia alla ricerca di eventuali malformazioni.

Quando si esegue?

Viene generalmente eseguita tra la diciottesima e la ventiduesima settimana, mediamente intorno alla ventesima. In realtà l’anatomia fetale è valutabile anche oltre questo periodo, ma l’esecuzione dell’ecografia morfologica entro la ventiduesima settimana permette di rientrare entro i termini utili – stabiliti dalla legislazione vigente in materia – per un’eventuale interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nel caso in cui risulti consigliata e/o richiesta dai genitori a fronte del risconto di malformazioni di severa entità.

Quali i rischi?

L’ecografia morfologica risulta essere un esame di screening sostanzialmente privo di rischi, tanto per la madre quanto per il piccolo: infatti a differenza di altre metodiche di diagnostica per immagini (come radiografia o TAC ad esempio) non è associata ad emissione di radiazioni, risultando così agevolmente ripetibile al bisogno per ulteriori controlli.

Come si esegue?

Viene generalmente eseguita per via trans-addominale, posizionando cioè una sonda ecografica sulla parete addominale anteriore in corrispondenza dell’utero gravidico con l’interposizione di gel tra la sonda e superficie cutanea; solo in alcuni casi (difficile valutazione di alcuni reperti anatomici per via trans-addominale) è necessario approfondire le indagini mediante ecografia trans-vaginale, il cui disagio è di fatto paragonabile (se non inferiore) a quello di una visita ginecologica convenzionale.

Perchè va fatta?

Mediante l’ecografia morfologica è possibile confermare indicatori standard (peraltro generalmente valutabili già nel primo trimestre) tra cui la datazione stimata della gravidanza, il numero dei feti, la presenza di attività cardiaca fetale e specifici marker ecografici di crescita fetale (tra cui diametro e circonferenza del cranio, circonferenza addominale, lunghezza del femore). I principali e più importanti parametri valutati nel corso di questo esame sono tuttavia quelli relativi alle caratteristiche morfologiche del feto:

– morfologia macroscopica del cranio e dell’encefalo;
– presenza di orbite e cristallini;
– verifica dell’assenza di igroma cistico o edema a livello del collo;
– accurata valutazione della morfologia cardiaca e polmonare a livello toracico;
– valutazione dell’anatomia generale degli apparati gastro-enterico e genito-urinario;
– valutazione della morfologia del cordone ombelicale;
– analisi delle ossa lunghe degli arti e conferma della presenza di mani e piedi;
– valutazione del sesso del nascituro (se richiesta dai genitori).

Attraverso questa ecografia vengono infine valutati anche la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta all’interno della cavità uterina, parametri importanti tanto per il corretto accrescimento del feto quanto per il normale decorso della gravidanza.

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