23 settembre 2025 –
Convincere i bambini piccoli a mettere in ordine i loro giochi è una delle sfide più comuni per i genitori. Spesso ci si ritrova a ripetere il classico «Metti a posto!», con risultati scarsi e momenti di tensione. Ma forse il problema non è la “disobbedienza” dei nostri figli, bensì il modo in cui viene proposta questa richiesta.
Secondo Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, l’errore sta proprio nell’aspettarsi un’obbedienza passiva da bambini che, sotto i sei anni, non hanno ancora sviluppato le capacità cognitive necessarie per gestire ordini complessi.
L’apprendimento per imitazione: il segreto per insegnare l’ordine
Novara invita i genitori a cambiare prospettiva: non dare comandi dall’alto, ma trasformare il riordino in un’attività condivisa. Invece di dire “Metti a posto i giocattoli”, è più efficace proporre “Adesso sistemiamo insieme i giochi”.
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Questo piccolo cambio di linguaggio non è solo una questione di parole, ma un vero e proprio strumento educativo: i bambini imparano osservando e imitando gli adulti. Vedere mamma o papà che sistemano con naturalezza li stimola a fare lo stesso, senza vissuti di imposizione o conflitto.
Strutturare gli spazi per favorire l’autonomia
Un altro consiglio pratico riguarda l’organizzazione della casa. Per aiutare i bambini a gestire i propri giochi in autonomia, è utile predisporre contenitori separati per ogni tipologia (costruzioni, bambole, macchinine, puzzle).
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Così, invece del caos di un unico cesto pieno di oggetti, il bambino trova punti di riferimento chiari. Questo lo aiuta non solo a mettere in ordine, ma anche a ritrovare facilmente quello che cerca, sviluppando un senso di autonomia e competenza.
L’ordine come percorso di crescita
Novara ricorda che l’educazione all’ordine non può essere forzata con imposizioni: è un processo che richiede tempo e rispetto dei ritmi di sviluppo di ogni bambino. Trasformare il riordino da battaglia quotidiana a momento di collaborazione significa insegnare che l’ordine non è un dovere imposto, ma un’abitudine che nasce dal vivere insieme in armonia.
In fondo, più che obbedienza, ciò che i bambini hanno davvero bisogno di sperimentare è la collaborazione.