Disturbi in gravidanza: la mola vescicolare

Se durante la gravidanza si presenta la mola vescicolare sono guai seri. Vediamo assieme di cosa si tratta.

Le principali caratteristiche della mola vescicolare

La mola vescicolare è un prodotto anomalo del concepimento ed è caratterizzato da una proliferazione non regolare della parte fetale della placenta. Nel caso in cui si presenti questo tipo di problema la gestazione è destinata purtroppo a interrompersi in maniera autonoma entro breve tempo. Nella mola vescicolare i villi coriali sono alterati e vengono trasformati in vescicole, perdendo completamente la capacità di trasferire le sostanze nutritive dalla madre all’embrione, quindi una condizione non compatibile con la vita del feto.

Per diagnosticare la mola vescicolare è necessario sottoporsi al dosaggio delle beta-HCG e all’esame ecografico trans vaginale. Questa degenerazione policistica ha inizio verso la fine del secondo mese di gestazione e si verifica in linea di massima con una frequenza di una gravidanza su duemila. Colpisce più frequentemente chi ha già partorito e ha un’incidenza maggiore sulle donne con un età compresa fra i 35 e i 40 anni d’età. Fino al momento non si conoscono con esattezza le cause che provocano questa patologia e si sta studiando per cercare di capire quali siano le condizioni determinanti.

La mola vescicolare: forma completa e parziale

Nella forma completa della mola vescicolare non sono affatto presenti le strutture embrionali che invece ci sono nella variante chiamata parziale. In entrambi i casi però la gravidanza si interromperà perché il feto non è in grado di ricevere le sostanze nutritive fondamentali per il suo accrescimento. Se mediante gli esami specifici viene diagnosticata questa condizione, la donna dovrà sottoporsi allo svuotamento completo della cavità uterina dal materiale  molare sul quale verrà poi effettuato un accurato esame istologico. Dopo aver avuto una gravidanza molare sarà indispensabile sottoporsi anche a prelievi seriati delle beta-hCG per identificare tempestivamente eventuali persistenze del tessuto degenerato all’interno dell’utero che potrebbe portare a problemi anche molto seri alla donna. 

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