FIVET: cos’è la fecondazione in vitro ed embryo transfer

La fecondazione in vitro, diversamente dall’inseminazione artificiale, consiste nella raccolta degli ovuli dalle ovaie, nella loro fecondazione in laboratorio e poi nell’inserimento nell’utero. La fecondazione in vitro si compone di diverse fasi: la stimolazione ovarica, il prelievo degli ovuli, la fecondazione degli ovuli e relativa coltura embrionale e il transfer degli embrioni.

Fecondazione in vitro – stimolazione ovarica

Attraverso la somministrazione di farmaci si stimola una maggior produzione di ovuli, tra i 10 e i 12 al fine di aumentare le possibilità di riuscita della successiva fecondazione in vitro. La fase viene monitorata con l’impiego di ecografie trans vaginali ed esami ematici dell’estradiolo. Alla maturazione dei follicoli avviene il prelievo degli ovuli dal corpo della donna. Questo processo va attentamente monitorato perché se tramite ecografia si rileva un eccessivo numero di follicoli è necessario interrompere la cura per non sviluppare la sindrome di iperstimolazione ovarica, che genera un aumento di liquido nell’addome, delle ovaie e altri sintomi che possono indurre anche al ricovero ospedaliero.

Fecondazione in vitro – prelievo degli ovuli

Al raggiungimento della maturazione dei follicoli, si procede alla loro aspirazione per ottenere gli ovuli. L’operazione avviene in sala operatoria, con l’agoaspirazione ovarica monitorata attraverso costante ecografia, sotto blandi sedativi. L’operazione dura poco più di 15 minuti e in linea di massima la paziente fa rientro a casa nell’arco delle due ore successive. Il laboratorio che riceverà il liquido prelevato, individuerà gli ovuli e stimerà la loro qualità/maturità.

Fecondazione in vitro – fecondazione degli ovuli e coltura embrionale

Lo stesso giorno del prelievo viene effettuata l’unione tra ovulo e spermatozoo, per cui il partner il giorno in cui la donna si sottopone al prelievo dovrà fornire il proprio seme. Le tecniche per l’accoppiamento ovulo-spermatozoo sono due, applicate a seconda della causa dell’infertilità precedentemente accertata. La prima prevede che gli spermatozoi vengano posti in una capsula assieme agli ovuli, la seconda invece avviene tramite iniezione intracitoplasmatica, ovvero ogni spermatozoo viene inserito in un ovulo tramite microscopio. La seconda tecnica è quella maggiormente impiegata in gran parte dei cicli FIVET perché garantisce l’incontro tra ovulo e spermatozoo. Trascorse 18-20 ore per individuare gli ovuli fecondati si procede all’analisi degli stessi. Normalmente vengono fecondati dagli 8 ai 10 ovuli. Trascorse qualche ora, gli ovuli correttamente fecondati iniziano la divisione, parte così lo sviluppo embrionale. Durante questa fase viene monitorata la morfologia degli embrioni al fine di stabilire quali siano viabili per decidere il giorno del transfer.

Fecondazioni in vitro – transfer degli embrioni

Il processo di reinserimento degli embrioni è semplice e rapido, non richiede neanche l’anestesia. Con l’impiego di una sottilissima cannula gli embrioni vengono trasferiti nell’utero attraverso l’orificio cervicale, anche qui con l’ausilio dell’ecografia per accertarsi della corretta posizione di deposito. Generalmente vengono impiantati uno o due embrioni, in rari casi si arriva fino a tre limito massimo stabilito dalla legge.
I restanti embrioni vengono conservati nelle banche degli embrioni per futuri tentativi.

Diversi centri di fecondazione assistita sono propensi al trasferimento degli embrioni al quinto giorno, quando raggiungono lo stadio di blastocisti; questo stadio si ha dal quarto al quattordicesimo giorno dopo la formazione dello zigote.

Fecondazione in vitro vantaggi e svantaggi del transfer al secondo giorno

Il principale vantaggio del transfer effettuato al secondo giorno è la possibilità di un solo passaggio in mezzo di coltura, che aumenta la percentuale di sopravvivenza degli embrioni che successivamente saranno selezionati.

Lo svantaggio invece che presenta il transfer effettuato il secondo giorno è che in un normale ciclo mensile della donna, al secondo giorno l’embrione non ha ancora raggiunto l’utero ma è ancora nelle tube: inoltre la morfologia ha un margine di errore per cui l’embriologo potrebbe fare una classificazione non del tutto precisa.

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