Come si innesca il travaglio?

E’ la classica domanda da un milione di dollari!

Quando si entra in travaglio il corpo produce ossitocina, un ormone in grado di stimolare le contrazioni uterine, ma non è l’ossitocina la diretta responsabile dell’innesco del travaglio. Da molto tempo si pensa che a dare il segnale per far partire il travaglio, oltre alla condizione psicologica della madre, non sia solo il corpo della donna, ma anche il feto, o, più precisamente, un mix di segnali inviato da entrambi.

Come si innesca veramente il travaglio?

Un pool di ricercatori dell’Università del Texas sembra aver trovato una parziale risposta attraverso uno studio condotto su alcuni topi, effettuato  presso il Southwestern Medical Center e pubblicato sull’autorevole rivista The Journal of Clinical Investigation.

Al termine dello studio il pool, guidato dalla dottoressa Carole Mendelson, ha potuto concludere che i polmoni del feto producono la proteina SP – A, e che questa viene poi rilasciata nel liquido amniotico. Questo avviene, di solito, nei giorni che precedono il parto e sarebbe un chiaro segnale che i polmoni del bambino sono maturi e quindi il feto è pronto a lasciare l’utero.

Perché il travaglio può ritardare anche settimane

Oltre alla presenza di questa proteina si sono rilevati due recettori, SRC – 1 e SRC – 2, il cui contributo sarebbe altrettanto fondamentale. Sembra infatti che proprio questi due recettori siano in grado di regolare la produzione di SP – A, presente in maggiori quantità in concomitanza con l’inizio del travaglio. Si è notato che se i due recettori sono carenti o assenti del tutto, il travaglio subisce un ritardo, anche di diverse settimane.

Non è ancora chiaro come, e se, questa proteina sia in grado di raggiungere le pareti dell’utero, ma di sicuro si sta andando nella direzione giusta.

Se ulteriori studi dovessero confermare quanto scoperto da questi ricercatori si potrebbe trovare un modo efficace per fermare l’innesco di parti prematuri e diminuire i problemi legati alle nascite pretermine.

 

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *