Citrobacter a Verona: ecco perché fa paura

9 Maggio 2024 –

L’eco di un incubo passato riecheggia a Verona. Negli ultimi giorni, presso l’ospedale Borgo Trento di Verona, è scattato nuovamente l’allarme Citrobacter: un patogeno già noto per aver infettato circa cento neonati tra il 2018 e il 2020, causando la morte di quattro di essi e disabilità in altri casi.

Recentemente, tre neonati prematuri trattati nell’istituto hanno mostrato risultati anomali nei test per la rilevazione del Citrobacter koseri.

Nuova allerta a Verona

L’allerta a Verona è stata rilanciata venerdì 3 maggio, quando il sistema di sorveglianza dell’ospedale, operativo 24 ore su 24, ha identificato per la prima volta dopo quattro anni un caso sospetto tramite un test avanzato per la ricerca di Citrobacter koseri.

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha fornito rassicurazioni sullo stato di salute dei tre bambini: uno è già stato dimesso, il secondo è risultato negativo ai successivi test e il terzo, sebbene ancora positivo, non mostra sintomi dell’infezione.

Le indagini effettuate sui tre neonati hanno permesso di ridimensionare l’allarme, confermando che l’acqua distribuita e utilizzata nell’ospedale è sicura, essendo sottoposta a regolari controlli e dotata di filtri antibatterici.

È ancora incerto se il ceppo del batterio sia lo stesso di quattro anni fa, quando il batterio letale era stato trovato nei rubinetti dei lavandini utilizzati presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale. Questo episodio riaccende i riflettori sulle infezioni ospedaliere, un rischio per circa 4,3 milioni di pazienti all’anno solo nell’Unione Europea.

Misure di precauzione

A seguito dell’allarme, l’ospedale ha attivato immediatamente protocolli di isolamento e aumentato le misure di protezione nella Terapia Intensiva Neonatale.

Inoltre, sono stati temporaneamente sospesi i ricoveri per le gravide al di sotto della 33esima settimana di gestazione. Nonostante questo, il pronto soccorso ostetrico ginecologico resta operativo per tutte le urgenze. Nel 2020 invece, i numeri dell’epidemia avevano portato alla chiusura dei reparti di terapia intensiva neonatale e pediatrica.

Che cos’è il Citrobacter: origine e rischi

Il Citrobacter è un genere di batteri che si trova comunemente nell’ambiente, compresi acqua e alimenti, e fa parte della flora intestinale umana normale. Questi microrganismi possono diventare patogeni, specialmente in individui con sistemi immunitari compromessi come neonati prematuri, anziani, o persone immunocompromesse.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le specie più pericolose per l’uomo sono Citrobacter freundii, Citrobacter koseri e Citrobacter braakii, che possono causare una varietà di infezioni, inclusi disturbi del tratto urinario, delle vie respiratorie, delle ferite, e condizioni più gravi come meningite e sepsi.

Le infezioni si acquisiscono maggiormente in ambiente ospedaliero, ma possono anche verificarsi al di fuori, tramite l’ingestione di alimenti contaminati o il contatto diretto con superfici infette. La trasmissione nosocomiale può avvenire attraverso il contatto con personale sanitario o attraverso superfici contaminate.

Sintomi e terapia delle infezioni da Citrobacter

Le infezioni da Citrobacter si manifestano con sintomi che variano a seconda dell’organo colpito, come arrossamento, gonfiore, dolore localizzato e pus nelle infezioni cutanee e osteomielite; febbre alta, difficoltà respiratoria e debolezza nelle polmoniti; e dolore, urgenza urinaria, e febbre nelle infezioni del tratto urinario.

Le condizioni possono aggravarsi fino a sepsi e shock settico, particolarmente con la meningite neonatale causata da C. koseri. Per diagnosticare queste infezioni, sono necessari diversi test specifici alla sede dell’infezione, e la conferma avviene attraverso esami biochimici e molecolari per identificare il sierogruppo specifico del batterio.

La scelta del trattamento per le infezioni da Citrobacter dipende dall’antibiogramma, che determina la sensibilità del batterio agli antibiotici. È essenziale questo passaggio perché il Citrobacter può essere resistente a molte classi di antibiotici, incluso le penicilline e alcuni beta-lattamici.

Talvolta, l’unico trattamento efficace può essere la colistina, che deve essere prescritta con cautela a causa dei potenziali effetti tossici. La prevenzione delle infezioni da Citrobacter in ambiente ospedaliero richiede una rigorosa sorveglianza delle infezioni, un uso appropriato degli antibiotici, e pratiche di disinfezione, tra cui il lavaggio frequente e accurato delle mani.

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