Le cellule killer nell’utero nutrono il feto

È stato scoperto recentemente che le cellule killer che sono presenti all’interno dell’utero hanno anche lo scopo di far crescere il feto, alimentandolo nel migliore dei modi.

La scoperta sul ruolo delle cellule killer per il feto

La scienza negli ultimi trent’anni ha fatto passi da gigante e oggi si pensa di sapere quasi tutto sulla gestazione e sullo sviluppo dei feti. In realtà non è così e una recente scoperta scientifica ribalta completamente cose che si davano per appurate. Lo studio in questione è stato reso noto attraverso le pagine di Immunity e mette in luce in quale modo le cellule note con il nome di “natural killer” servano per determinare la crescita e lo sviluppo del feto. Queste cellule sono presenti all’interno dell’utero nel primo trimestre di gestazione in quantità elevate e fino al momento si pensava che il loro scopo principale fosse tutt’altro. La ricerca è stata condotta da un nutrito gruppo di scienziati presso l’Università cinese della Scienza e della Tecnica.

Le cellule natural killer alimentano il feto

I ricercatori hanno identificato alcuni sottogruppi di cellule dell’utero che hanno la capacità di produrre sostanze atte a promuovere la crescita sia negli organismi umani che nei ratti. Inoltre dalla medesima ricerca è emerso che attraverso un’infusione di queste cellule è possibile far diventare regolare la crescita anormale di un feto. Le cellule natural killer hanno quindi un ruolo basico durante la gestazione e da questa scoperta si aprono nuove strade verso la terapia cellulare in caso di una scarsa crescita del feto all’interno del grembo materno.

Haiming Wai, il coordinatore di questo studio, precisa che le cellule natural killer oggi possono essere ritenute fondamentali per incrementare la corretta crescita fetale e una loro importante carenza avrebbe degli effetti negativi sullo sviluppo di tutto il sistema scheletrico del nascituro. Un serio problema che adesso potrebbe essere risolto mediante un trasferimento di queste cellule nell’utero della mamma. Una scoperta importante che servirà per trovare nuove cure e garantire la salute dei nascituri.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *