Celiachia e gravidanza: le risposte ai dubbi più comuni

La Dott.ssa Elisa Strona – Dietista, che collabora da moltissimi anni con l’AIC, l’Associazione Italiana Celiachia, risponde per noi alle domande più frequenti riguardo la relazione tra celiachia, gravidanza e infertilità.

Sono celiaca e non riesco a rimanere incinta: la malattia può essere la motivazione?

La celiachia misconosciuta mette a rischio di molti “eventi avversi” nella vita riproduttiva di una donna. Numerosi studi hanno legato tale condizione ad aborti ricorrenti e sterilità. La letteratura scientifica ha evidenziato che le donne celiache, se non seguono una dieta rigorosamente priva di glutine, vanno incontro a un rischio da 3 a 9 volte maggiore di aborto spontaneo nelle prime settimane di gravidanza.
Nelle donne con sterilità senza causa nota, la prevalenza della malattia celiaca è di gran lunga maggiore rispetto alla popolazione generale (4-8%).
L’esistenza di una relazione tra malattia celiaca e complicanze nella vita riproduttiva di una donna affetta da tale condizione può trovare una spiegazione nel malassorbimento e nella conseguente carenza di acido folico, ferro e vitamina B12.
La celiachia ben controllata dalla dieta aglutinata non presenta problemi di infertilità né di complicanze della gravidanza.

Sono incinta e celiaca: quali sono gli esami da fare regolarmente?

Sono tutti quelli regolarmente prescritti a tutte le donne che trovate nell’agenda della gravidanza, non cambia nulla! Quindi glicemia e curva glicemica, emocromo, ferritina, esame delle urine. Oltre alla ricerca di virus e batteri patogeni e al gruppo sanguigno.
Poi ovviamente ci sono i classici esami annuali consigliati per il monitoraggio della celiachia: ferritina, emocromo, anticorpiti TGA IgA, TSH, anti-TPO, anti-tireoglobulina. Se l’anno di monitoraggio cade nei 9 mesi di gravidanza, saranno semplicemente da aggiungere anche questi.

Sono incinta e celiaca: l’eliminazione del glutine può avere conseguenze sul bambino?

Sì certo, ma in positivo! Non eliminare il glutine in una donna celiaca in gravidanza aumenta il rischio di parti prematuri e di basso peso del bambino alla nascita. Eliminare il glutine invece annulla questi rischi. Oltre ad ovviamente minimizzare anche i rischi per la mamma stessa, soprattutto dovuti al malassorbimento di micronutrienti fondamentali come il calcio, il ferro e l’acido folico. La carenza di quest’ultimo in particolare aumenta il rischio di malformazioni gravi al sistema nervoso del bambino, ecco perché è anche raccomandata un’integrazione in gravidanza.

Una volta che avrò partorito dovrò far fare degli accertamenti al bambino? Sarà sicuramente celiaco?

La celiachia è una condizione che ha una base genetica. Pertanto il futuro nascituro non per forza sarà celiaco, dipende se gli ho passato il gene o meno. Sicuramente i parenti di primo grado di soggetti celiaci hanno un maggior rischio di incorrere prima o poi nella celiachia (il rischio è di circa il 10-15% in più rispetto alla popolazione generale). Non è il caso di effettuare subito le analisi al bambino, ma sicuramente sarà da monitorare, soprattutto negli aspetti legati alla sintomatologia della celiachia e all’accrescimento (spesso i bambini celiaci sono più bassi e pesano meno della media).
Viene quindi consigliato di controllare i marcatori sierologici per la celiachia ogni 2 anni circa o, prima, qualora dovessero comparire dei sintomi più o meno tipici.

Il bambino potrà avere ritardi nella crescita a causa della mia celiachia?

I ritardi nella crescita di un bambino si possono eventualmente presentare solo nel caso in cui anche il bambino fosse celiaco. Altrimenti non vi è alcuna correlazione tra la celiachia della mamma (ovviamente messa a dieta senza glutine rigorosa) e i ritardi nella crescita del bambino.

È possibile che il bambino non sia celiaco alla nascita ma sviluppi la malattia crescendo?

Certamente, celiaci non si nasce, ma si diventa! Nei familiari dei celiaci è consigliabile eseguire la ricerca degli aplotipi di predisposizione genetica per la celiachia (HLA DQ2/DQ8), sottolineando che questo test ha importanza in senso negativo, ovvero il non riscontro dei suddetti geni esclude pressoché totalmente la possibilità di sviluppare nel tempo una malattia celiaca.
La presenza invece di uno o entrambi i geni documenta soltanto la predisposizione genetica alla celiachia e, quindi, la necessità di controllare nel tempo l’eventuale comparsa della patologia.
Detto ciò non è assolutamente possibile predirre se e quando una persona diventerà celiaca.

Come dovrò comportarmi con lo svezzamento qualora il mio bambino sia celiaco?

Iniziamo col dire che finché non si inizia lo svezzamento è impossibile diagnosticare la celiachia, perché inizia a manifestarsi solamente dopo l’ingestione del glutine. I primi 4-6 mesi di vita si consiglia l’allattamento al seno o comunque latte in polvere, pertanto non essendoci glutine, non potrà manifestare alcun sintomo. Se dopo i primi pasti con glutine si manifestassero sintomi e la diagnosi di celiachia, semplicemente dovrò escludere totalmente il glutine dalla dieta del bambino, così come deve fare qualsiasi soggetto celiaco, a qualsiasi età.

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