Bambini, come gestire i loro capricci? Basta una semplice domanda per calmarli

Uno dei momenti che qualsiasi genitore fa più fatica ad affrontare è quello in cui i figli cominciano a fare i capricci: tuttavia, quelle piccole crisi con cui i più piccoli reagiscono a un sentimento di rabbia possono essere gestite con una tecnica basata sull’ascolto e su di una semplice domanda.

Gestire i capricci dei figli

Come è noto i bambini molto piccoli fanno fatica a controllare le proprie emozioni e in particolare quel sentimento di rabbia che improvvisamente esplode: ecco perché la loro prima reazione è quella di fare i capricci, di fronte ai quali i genitori si trovano impreparati e non sanno come affrontarli.

Tuttavia, come spiegano psicologi ed esperti di pedagogia, saper ascoltare i bimbi e porsi nei loro confronti nel modo giusto può essere utile e a tal proposito esiste una tecnica che permette non solo di gestire la loro rabbia ma che aiuta pian piano a calmarli.

Questo metodo, basato su una domanda molto semplice, pare sia più efficace sui bambini non troppo piccoli (meglio se dai cinque anni in su) perché necessita di un momento di ascolto e di ragionamento tra genitore e figlio.

Una domanda per calmarli

Per mettere in pratica la suddetta tecnica e provare a calmare il proprio bambino, i genitori dovrebbero rivolgergli questa semplice domanda, ricordando però di guardarlo dritto negli occhi:

È un problema grande, un problema medio o solo un piccolo problema?”.

Porre la questione in tali termini rappresenta quindi un primo passo nell’instaurare un dialogo che porta i più piccoli e gli adulti a valutare assieme il problema, provando se possibile anche a risolverlo.

Infatti se il bambino scopre ad esempio che si tratta di un piccolo problema capirà anche che può essere risolto attraverso un’azione molto semplice e spesso immediata.

Nel caso di un problema medio o grande, che magari richiede più tempo, vi è l’indubbio vantaggio di fargli apprendere che a volte la soluzione non è immediata ma basta solamente sapere aspettare.

Insomma, l’importante è non sminuire mai le sue esigenze (un piccolo problema per un adulto può essere gigante per un bambino), insegnandogli a “classificare” le situazioni e imparando ad affrontarle assieme.

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