Autismo: verso una diagnosi precocissima!

Autismo: un test veloce rivela la predisposizione nel bambino

Un recente studio compiuto da ricercatori italiani ha messo in luce la possibilità di individuare già nel neonato una predisposizione all’autismo mediante un test non invasivo effettuato sullo sguardo. È ancora presto per mettere in pratica questo metodo all’interno delle cliniche, ma non si può sottovalutarne l’importanza.

Quando si parla di autismo è indispensabile sapere che prima viene effettuata una diagnosi del problema e prima si può intervenire adeguatamente per limitare il disturbo, riducendone efficacemente i sintomi.

Diagnosi precoce: bisogna attendere i due anni del bambino

Attualmente le diagnosi più precoci vengono fatte fra i due e i tre anni di età dei bambini; spesso però si arriva molto più tardi a scoprire la presenza della problematica. Il metodo di individuazione della predisposizione all’autismo messo a punto da un gruppo italiano di ricercatori coordinati da Giorgio Vallortigara, riuscirebbe a individuare già a pochi giorni dalla nascita una predisposizione all’autismo nel neonato.

Un nuovo test rivela precocemente i sintomi di autismo nei neonati

I ricercatori hanno proposto a dei neonati aventi fra i 6 e i 10 giorni di età delle immagini casuali e degli stimoli sociali costituiti da immagini con volti, una gallina che cammina e sequenze naturali di movimento. I bambini predisposti all’autismo perché hanno già un fratello maggiore con questo problema apparivano del tutto disinteressati dagli stimoli sociali mentre i bambini considerati a basso rischio rimanevano letteralmente affascinati dalle immagini delle sequenze in movimento e dei volti.

Per verificare l’effettiva efficacia di questo test bisognerà verificare se i bambini ad alto rischio sottoposti al test poi svilupperanno l’autismo oppure no. Difficile è anche capire che rapporti ci siano fra l’individuazione effettiva del disturbo e le anomalie dello sguardo nei primi giorni di vita del neonato. La strada è ancora lunga da percorrere ma questo test potrebbe davvero cambiare in meglio il destino di molti bambini affetti da autismo.

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