“Mi sento malandata ed emotiva”: Amy Schumer racconta la sua fecondazione assistita

Il desiderio di avere un altro figlio, di regalare un compagno di giochi al primogenito ha portato la nota attrice Amy Schumer a ricorrere alla fecondazione assistita.

La particolarità della procedura ha convinto l’attrice comica americana a condividere la sua gravidanza sui social al fine di essere di conforto ed aiuto alle donne che desiderano avere un bebè.

Fecondazione assistita: le ragioni sono l’iperemesi e l’endometriosi

L’attrice ha reso noti i problemi di cui ha sofferto nel corso della prima gravidanza, il suo primo figlio frutto di una procreazione naturale, ha lasciato il segno sul suo corpo e sulla sua mente.

Amy Schumer ha dichiarato di essere stata vittima nel corso della gravidanza di nausee continue al punto da dover subire un ricovero, parlando apertamente di iperemesi come di una patologia spesso conosciuta ma che caratterizza la gravidanza di molte donne.

Ha, peraltro, voluto rendere pubblico il fatto di soffrire di endometriosi, una vera malattia a causa della quale tante donne durante il ciclo soffrono di forti crampi all’addome, un dolore acuto che compromette la routine dal lavoro alla vita sociale.

L’iperemesi e l’endometriosi associate ad una prima rischiosa prima gravidanza hanno convinto Amy Schumer a non rischiare e scegliere la fecondazione assistita a 38 anni.

La denuncia social

Come in  passato, Amy non ha esitato a condividere sui social questo passo così importante: sulla sua pagina Instagram è infatti comparso un video in cui si mostra dolorante ed affaticata subito dopo aver affrontato la procedura per il recupero delle uova:

Mi sento davvero malandata ed emotiva. Se qualcuno l’ha fatto e se avete qualche consiglio e non vi dispiace condividerlo con me, per favore fatelo. Il mio numero è nella mia bio. Stiamo congelando i miei ovuli e cercando di capire cosa fare per dare a Gene un fratello.

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Un post condiviso da @ amyschumer in data:

Nelle sue parole, l’attrice comica non manca di denunciare il fatto che non vi siano fondi sufficienti che finanzino la ricerca medica per combattere patologie come l’iperemesi e l’endometriosi, e che vengano invece favoriti altri generi di ricerche, come aveva già denunciato in un post pubblicato poco prima del parto del primo figlio:

Sono ancora qui, incinta, e vomito perché i soldi raramente vanno a studi medici per donne con iperemesi o endometriosi e invece vanno a cose per come farlo diventare abbastanza duro a vecchi che vogliono continuare ad avere rapporti.

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